Era accusato di omicidio colposo per il decesso di una sua paziente nel 2013 il medico assolto dal tribunale penale di Avellino

Un medico dell’ospedale “don Gnocchi” di Sant’Angelo dei Lombardi è stato assolto dal reato di omicidio colposo per la morte di una sua paziente per mancata ventilazione assistita.

Per il Tribunale penale di Avellino il sanitario, medico di turno in servizio presso il reparto di riabilitazione della Fondazione Don Gnocchi, è innocente.

Ma ecco che cosa era accaduto.

Il decesso della paziente I.E. era avvenuto nel mese di marzo del 2013 per mancata ventilazione assistita, secondo l’accusa. Il medico era accusato di non aver provveduto ad effettuare la ventilazione assistita ed invasiva ad una paziente.

La donna risultava affetta da crisi respiratorie.

Più nello specifico, secondo l’accusa, il sanitario era accusato di non aver trasferito nell’immediato e in una struttura di terapia intensiva la signora. Questo alla luce di un sospetto peggioramento delle condizioni cliniche generali.

Escussi ben quattro parasanitari che lavoravano nella medesima struttura, l’istruttoria dibattimentale è stata particolarmente lunga. I familiari della paziente deceduta si erano costituiti parte civile con il patrocinio di due avvocati.

Numerose le divergenze tra accusa e difesa, in un processo che si è giocato tutto sul contenuto delle consulenze redatte dalla dottoressa Turilazzi e dal dottore D’Ambrosio, quali esperti nominati dal Pubblico Ministero.

Il medico è stato assolto sostenuto dalla consulenza redatta dalla dott.ssa Sementa, ma soprattutto grazie alle dichiarazioni, precise e puntuali, rese nel corso del processo.

Il medico ha spiegato di aver fatto tutto quello che era nelle sue possibilità in ottemperanza alle linee guida previste.

La Procura della Repubblica presso il tribunale di Avellino aveva chiesto al giudice di affermare la penale responsabilità dell’imputato.

Per il medico era stata chiesta una condanna a mesi sei di reclusione.

A prevalere, però, sono state le ragioni giuridiche formulate dagli avvocati Luigi e Dario Vannetiello, le cui argomentazioni, ritenute valide dal giudice, hanno condotto a una piena assoluzione dell’imputato.

Nessun dubbio, dunque, sulla correttezza del suo operato.

 

 

 

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