Il mancato mantenimento dell’ex coniuge non sempre integra un’ipotesi di violazione degli obblighi di assistenza familiare penalmente rilevante

Con la sentenza numero 24947/2018 la Corte di cassazione ha fatto il punto circa il mantenimento del coniuge separato: non corrisponderlo comporta sempre un reato?

Ebbene, per gli Ermellini, l’omesso mantenimento del coniuge separato talvolta può configurare reato, ma non sempre.

Infatti, se in alcuni casi tale condotta è idonea a integrare la fattispecie delittuosa di cui all’articolo 570 del codice penale, in altri la stessa resta penalmente irrilevante.

Più nello specifico, la Cassazione precisa che il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare debba ritenersi integrato quando il beneficiario dell’assegno di mantenimento si trovi in stato di bisogno.

Inoltre, occorre che l’omesso versamento delle somme stabilite sia riconducibile alla “volontà di disconoscere i vincoli di assistenza materiale e morale” ancora parzialmente in essere nonostante la separazione.

La vicenda

Nel caso di specie, a un soggetto era stato contestato di essersi sottratto agli obblighi di mantenimento del coniuge separato. L’imputato aveva, dunque,  tenuto una condotta contraria all’ordine e alla morale della famiglia.

E questo per il solo fatto di non aver provveduto a mantenere la moglie separata secondo le modalità stabilite dal giudice.

Ora, secondo la Cassazione, questa conclusione non sufficiente per emettere condanna ai sensi dell’articolo 570 del codice penale.

E ciò in quanto – a questo fine – è indispensabile verificare la sussistenza dello stato di bisogno della moglie. Oltre a ciò, deve essere rilevata una volontà dell’uomo di disconoscere i vincoli di assistenza e la non riconducibilità dell’omissione alle precarie condizioni economiche dell’obbligato.

 

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