Secondo una sentenza del Consiglio di Stato, non è applicabile alcuna sanzione per commercianti e professionisti che non fanno pagare con il Pos.

Con la sentenza numero 1446/2018 il Consiglio di Stato si è pronunciato in merito all’ obbligo del Pos per professionisti e commercianti fornendo delle precisazioni importanti.

In buona sostanza, non hanno un fondamento di legge le sanzioni previste per professionisti e commercianti che non accettano dai clienti i pagamenti con carta.

L’organo ha infatti dato parere negativo sullo schema di Regolamento sulla definizione dell’ obbligo del pos. Così come sulle modalità, i termini e gli importi delle sanzioni amministrative pecuniarie conseguenti alla mancata accettazione dei pagamenti mediante carte di debito e carte di credito.

Secondo il Consiglio di Stato i professionisti che non accettano i pagamenti con carta non possono essere sanzionati, perché l’ammenda non “può essere imposta se non in base alla legge”.

Pertanto, lo schema di regolamento sopra riportato adotta una soluzione che viola il principio della riserva di legge, basando la sanzione sull’applicazione dell’articolo 693 del cp che recita: “Chiunque rifiuta di ricevere, per il loro valore, monete aventi corso legale nello Stato, è punito con la sanzione amministrativa fino a trenta euro”.

Come noto, il decreto Crescita 179/2012 ha previsto l’ obbligo del pos per chi vende prodotti o presta servizi. Tuttavia, tale obbligo non prevede alcuna sanzione in caso di mancata installazione del Pos o di mancata accettazione del pagamento.

Una mancanza che, secondo il Consiglio di Stato “ha determinato, finora, la mancata applicazione dello specifico obbligo vanificando, di fatto, la previsione legislativa”.

Il governo uscente aveva provato a introdurre per decreto una sanzione da 30 euro su tutti i fornitori di beni e servizi che impedissero ai consumatori di pagare con il bancomat.

La bozza era stata inoltrata ai giudici di Palazzo Spada il 28 marzo scorso per un parere preventivo. La sanzione per ogni operazione “impedita” è quella prevista dal Codice di Procedura penale. Questo, all’articolo 693 punisce il rifiuto di un esercente di accettare monete aventi corso legale.

Ora, cosa accade? Che per i giudici, il Legislatore non ha definito importo minimo e massimo della sanzione, indicazione dell’autorità competente ad irrogarla, procedure da applicare.

Pertanto, dal momento che in base all’articolo 23 della Costituzione “nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge”, il decreto torna ora al Ministero dello Sviluppo.

Sarà quest’ultimo che ora dovrà illustrare in una relazione tecnica le possibili soluzioni.

In questi anni il Parlamento ha tentato di approvare una legge per punire chi non ha il Pos, obbligatorio dal 30 giugno 2014.

Il disegno di legge 1747, già dal 2015 prevedeva 500 euro di multa per il professionista sprovvisto di pos. Questi però  diventavano 1000 alla seconda occasione.

Infine, alla successiva potevano portare alla chiusura dell’attività.

Allo stesso tempo, professionisti e commercianti chiedevano agevolazioni per sopportare i costi di Pos, installazione, canone, commissioni.

Quest’anno, poi, il Consiglio dei ministri ha recepito il regolamento Ue atto a fissare i tetti massimi allo 0,2% per le commissioni sui pagamenti con carta di debito: le spese si abbattono per tutti. Una premessa per applicare sanzioni più flessibili. In questo modo, la sanzione andrebbe applicata anche a chi non accetta la moneta di plastica.

 

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