Sono circa seimila i medici italiani che lavorano in Gran Bretagna e, con la Brexit, pare che tantissimi di loro stiano pensando di trasferirsi altrove

Sembra ormai inevitabile: i medici italiani in fuga dal Regno Unito sono sempre di più. La situazione conseguente alla Brexit rende infatti sempre più incerto il futuro lavorativo dei camici bianchi italiani che risiedono in Inghilterra.

Per la sesta comunità medica nel Regno Unito, seconda solo all’Irlanda, le cose potrebbero complicarsi presto.

Da qui l’esodo dei medici italiani in fuga dal Regno Unito, che sarà però per il Servizio sanitario un problema non secondario. Questo perché andrà ad aggiungersi alle criticità di un sistema già provato.

Tuttavia l’effetto Brexit si è già fatto sentire.

Soltanto lo scorso anno il numero di medici in arrivo dalla Ue è sceso a 3.458. Si tratta di un calo del 9% ai minimi da otto anni, secondo i dati del General Medical Council.

Una carenza di personale che sta mettendo in difficoltà l’Nhs. Un sistema già alle prese con una crisi finanziaria e una mole di lavoro in costante aumento a causa dell’allungamento della vita media e dell’incremento di condizioni mediche croniche.

Si stima infatti che entro il 2040 il numero della popolazione con più di 85 anni raddoppierà. Si passerà dagli attuali 1,6 milioni ai 3, 2 milioni.

La voragine nell’organico ammonta a 100mila professionisti in totale, con alcuni ospedali che raggiungono i 1.600 posti vacanti.

La situazione è seria anche in alcune aree specialistiche, dove l’assistenza dipende totalmente da esperti non britannici.

Nonostante l’accordo preliminare siglato nel dicembre scorso tra Londra e Bruxelles, ci sono ancora diversi punti interrogativi sui diritti dei cittadini Ue residenti nel Regno Unito post Brexit. Ciò vale soprattutto per chi non è qui da molti anni.

“Il Governo deve continuare a dare garanzie che i medici Ue saranno sempre i benvenuti e che il loro contributo all’Nhs sarà apprezzato senza che debbano fare i salti mortali – ha detto Jane Dacre, presidente del Royal College of Physicians. – È cruciale che l’Nhs possa continuare ad assumere professionisti di talento in un sistema che attualmente ha carenze di personale ed è arrivato al limite”.

Quanto ai medici italiani a Londra, nella pagina Facebook che li riunisce si respira un cauto ottimismo.

“Per ora nulla è cambiato – scrivono – e le previsioni di allontanamento sono solo tali. Io continuo a credere che se volete un futuro migliore ed una condizione di lavoro degna di questo nome dovete pensare di raggiungerci”, si legge.

Ma da altre parti non si registra la stessa serenità, anzi, il problema dei medici italiani in fuga dalla Gran Bretagna pare una realtà.

In un’intervista rilasciata a Sanitàinformazione, un medico italiano, Luca Molinari, pediatra che vive a Londra da 15 anni, è di questo avviso.

“Attualmente – afferma – è l’incertezza il sentimento che serpeggia fra gli italiani che vivono in Gran Bretagna: uno stato d’animo inquieto, reale, comune alla maggioranza di noi”.

Il professionista ha notato “una grande amarezza nei confronti di un Paese in cui ci si sentiva ben accolti e che adesso non riserva più questa ospitalità. In fondo, nonostante non si sappia che verso prenderanno le negoziazioni, il sentimento è un po’ quello di un giocattolo che si è rotto: lo si potrà aggiustare ma non tornerà mai più quello di prima. Gli italiani sono preoccupati e gli inglesi per adesso stanno a guardare, forse non proprio consapevoli di quello che succederà”.

Accanto ai medici italiani c’è anche un’associazione, l’Italian Medical Society of Great Britain (IMS-GB). Questa è la più importante Società Scientifica dei medici italiani in Gran Bretagna e che ha tra i suoi obiettivi l’orientamento e il supporto ai nostri connazionali nel Regno Unito, oltre a dialogare con le società scientifiche italiane.

Secondo il presidente Sergio Bonini, se da un lato “continuerà a favorire la formazione e l’inserimento dei giovani medici che intendono completare la loro formazione con uno stage presso istituzioni inglesi e a facilitare la progressione di carriera di quelli già operanti in UK”.

Dall’altro, conclude, si “cercherà di attuare tutte le possibili iniziative atte a favorire il contro-esodo di tutti i medici che volessero rientrare nel nostro Paese”.

 

 

Leggi anche:

ACCORDO DOPO LA BREXIT SALVA GLI ITALIANI IN GB: DIRITTI GARANTITI

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui