Nel procedimento erano imputati quattro camici bianchi per la morte di un giovane deceduto per un’infezione dopo un intervento chirurgico. Assolti gli altri tre sanitari

Si è concluso con una condanna e tre assoluzioni il processo per la morte di un diciassettenne, deceduto a settembre 2009 all’Ospedale San Camillo di Roma. Il ragazzo, che lavorava come bagnino presso uno stabilimento balneare di Anzio, era rimasto vittima di un incidente sul lavoro. Nel trascinare un pattino era scivolato battendo la testa su alcune pietre, riportando la frattura di due vertebre.

Trasportato d’urgenza presso il nosocomio romano il giovane, che dopo pochi giorni avrebbe compiuto la maggiore età, era stato sottoposto a un delicatissimo intervento chirurgico che presentava elevati rischi di paralisi. L’operazione era riuscita perfettamente ma la gioia dei familiari durò poco. Il ragazzo infatti fu stroncato nel giro di poche ore da un’infezione.

Come chiarito successivamente il decesso fu causato da una meningite batterica che, tuttavia, non venne tempestivamente diagnosticata. Per quella tragedia sono finiti sul banco degli imputati quattro camici bianchi con l’accusa di omicidio colposo. Secondo la Procura i medici avrebbero commesso degli errori; in particolare, nella fase post operatoria, nonostante la comparsa pressoché immediata dei sintomi, non avrebbero riconosciuto l’infezione limitandosi a prescrivere antidolorifici e benzodiazepine per attenuare i dolori lamentati dal giovane.

Il Tribunale, a distanza di sette anni dalla tragedia, ha emesso la sentenza che chiude in primo grado la vicenda. Uno dei medici a giudizio è stato condannato a un anno di reclusione per la mancata diagnosi della meningite. Gli altri tre imputati, invece, sono stati assolti con formula piena; per uno di essi peraltro il proscioglimento dalle accuse era stato richiesto dallo stesso pubblico ministero. Il giudice ha inoltre stabilito a favore dei familiari del ragazzo, costituitisi parte civile nel processo, una provvisionale da 100mila euro rimandando la quantificazione del risarcimento in sede civile.

 

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