Si aprirà a dicembre il processo per verificare la sussistenza di eventuali responsabilità sanitarie per il decesso di un donna morta di parto all’ospedale di Cetrara nel luglio dello scorso anno
Il Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Paola ha deciso di rinviare a giudizio due ginecologi, due rianimatori e un’ostetrica in servizio all’ospedale di Cetraro. I cinque operatori sanitari erano finiti nel registro degli indagati della Procura dopo il decesso di una donna morta di parto nel luglio del 2019.
La vittima, 37 anni, aveva appena dato alla luce il suo secondo figlio quando è stata colta da un’emorragia massiva che non le ha lasciato scampo. Secondo l’ipotesi accusatoria, però, la tragedia forse si sarebbe potuta evitare.
Il Pubblico ministero, in particolare, contesta un presunto ritardo nei soccorsi e, nello specifico, per la richiesta di altro di sangue.
In base a quanto ricostruito, infatti, quella notte nel nosocomio del centro calabrese c’era una sola sacca di sostanza ematica compatibile, che però sarebbe stata somministrata alla paziente in ritardo. Successivamente, i sanitari avrebbero inoltre effettuato una richiesta di sangue al centro trasfusionale più vicino, cioè all’ospedale di Paola, distante circa 30 chilometri, ma non avrebbero specifico che si trattava di un’emergenza, circostanza che avrebbe potuto ridurre i tempi di consegna.
La difesa, invece, sostiene che al momento della richiesta del sangue, la donna non versava in condizioni di pericolo. Gli esiti delle analisi effettuate sulla paziente in quel frangente, per lo meno, non avrebbero fatto pensare a un peggioramento del quadro clinico così repentino, ovvero allo shock emorragico ne ha determinato il decesso.
Il processo a prenderà il via il prossimo dicembre.
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