Il medico è stato rinviato a giudizio per il decesso di una paziente 71enne, morta dopo aver ingoiato una protesi dentaria nel novembre del 2016

Un endoscopista in servizio all’Ospedale Vito Fazzi di Lecce è stato rinviato a giudizio per omicidio colposo dal Gup del capoluogo salentino. Il medico, 62 anni, era finito nel mirino della Procura per il decesso di una paziente di 71 anni, morta dopo aver ingoiato una protesi dentaria.

La signora, una professoressa in pensione, l’11 novembre del 2016, il giorno di San Martino, era stata ricoverata presso il nosocomio del capoluogo di provincia pugliese. Secondo quanto riportato da fonti di stampa locale, dopo un rapido consulto in pronto soccorso era stata trasferita presso il reparto di endoscopia.

L’indagato aveva recuperato la protesi dallo stomaco della paziente, ma il corpo estraneo aveva finito con l’ostruirle le vie aeree soffocandola.

Nonostante l’estrazione della protesi da parte di un rianimatore l’anziana era entrata in coma. Trasferita in una clinica privata era poi morta dopo quattro mesi.

Prima ancora del decesso la magistratura aveva disposto una perizia per accertare l’eventuale compatibilità tra le lesioni riportate dalla professoressa e l’operato del camice bianco.

La consulenza ha evidenziato che l’endoscopista avrebbe sottoposto la paziente all’intervento senza effettuare una radiografia al torace e all’addome per localizzare con precisione la protesi.

L’intervento, inoltre, si sarebbe svolto senza la presenza di un anestesista rianimatore; una presenza giudicata necessaria in virtù dell’età della signora e del livello di rischio. L’adozione di tali accortezze, secondo il medico legale, avrebbe consentito la rapida estrazione del corpo ingerito scongiurando il tragico epilogo della vicenda.

La parola passa ora al Tribunale. L’inizio del procedimento davanti al giudice monocratico è fissato per il 23 maggio.

 

 

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