I camici bianchi sono stati rinviati a giudizio per il decesso di una neonata morta dopo un intervento cardiochirurgico eseguito nel 2018 a Messina; la piccola era affetta da una malformazione al cuore
Il giudice per l’udienza preliminare presso il Tribunale di Messina ha rinviato a giudizio quattro medici siciliani che erano finiti nel registro degli indagati della Procura nell’ambito dell’inchiesta sul decesso di una neonata morta dopo un intervento cardiochirurgico nel 2018.
La piccola era affetta da una malformazione congenita al cuore con cui conviveva senza sintomi da quando era venuta al mondo. La patologia le era stata diagnosticata quando ancora era in utero. Si trattava di un difetto intraventricolare (Div), che se tenuto sotto controllo, può comunque garantire la sopravvivenza fino all’età adulta.
Subito dopo la nascita, un cardiologo di Palermo avrebbe consigliato ai due genitori di intervenire immediatamente, e così la coppia si era rivolta all’ospedale di Messina. L’operazione, tuttavia, era durata più del previsto (circa 12 ore) ed erano subentrate delle complicazioni. La paziente, ad appena cinque mesi di vita, era stata colpita da arresto cardiaco e ischemia cerebrale; quindi era stata trasferita all’ospedale Bambino Gesù di Roma, ma le sue condizioni erano ormai compromesse, ed era morta a distanza di due mesi.
In base alle conclusioni della perizia disposta dal Pubblico ministero titolare del fascicolo le responsabilità del decesso sarebbero da ricondurre proprio all’intervento “troppo lungo” eseguito a Taormina, peraltro “senza i necessari accertamenti preliminari”. Il processo a carico dei camici bianchi inizierà il prossimo dicembre.
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