Nei neonati con febbre che hanno meno di 60 giorni è fondamentale il monitoraggio del pediatra dopo le dimissioni dal Pronto Soccorso.

I neonati con febbre che hanno meno di 60 giorni di vita richiedono un monitoraggio del pediatra anche dopo le dimissioni del pronto soccorso.

La ragione? Potrebbero essere a rischio meningite. Specie se in Pronto Soccorso non sono stati sottoposti a un esame del liquido cerebrospinale.

Per tale ragione, è fondamentale che i neonati con febbre siano seguiti attentamente.

A dirlo è Paul Aronson, della Yale School of Medicine di New Haven. Aronson è infatti l’autore principale di uno studio a riguardo.

“Circa il 2% dei neonati di 60 giorni o meno con febbre – afferma Aronson – presenta un’infezione batterica nel sangue o, meno comunemente, nel liquido cerebrospinale (meningite batterica)”.

“Poiché queste infezioni batteriche sono potenzialmente mortali se non trattate, i neonati con febbre vengono sottoposti regolarmente a esami approfonditi”.

Tra questi figura anche il prelievo lombare, per verificare la presenza di meningite.

Nella sua ricerca, Aronson ha voluto testare la capacità dei criteri di Rochester e di quelli modificati di Philadelphia di stratificare il rischio dei neonati con febbre. E, in particolare, di quelli nati da massimo 60 giorni con infezione batterica invasiva in nove Pronto Soccorso.

Nello studio sono stati coinvolti 135 neonati con infezione batterica invasiva. Oltre a loro, vi erano 118 con batteriemia senza meningite e 17  con meningite batterica 249 controlli.

Quello che Aronson e colleghi hanno notato è che la sensibilità dei criteri modificati di Philadelphia era più elevata di quella dei criteri di Rochester (91,9% vs. 81,5%). Tuttavia, la specificità risultava inferiore (34,5% vs. 59,8%).

Complessivamente, 25 bambini con infezione batterica invasiva (18,5%) sono stati classificati a basso rischio dai criteri di Rochester rispetto agli 11 (8,1%) giudicati allo stesso modo dai criteri modificati di Philadelphia.

Degli 11 neonati con infezione batterica invasiva, nessuno presentava meningite batterica.

Infine, tra i 14 neonati con febbre con infezione batterica invasiva, classificati a basso rischio dai criteri di Rochester, ve ne erano due con meningite batterica. Entrambi sono ad alto rischio, almeno in base ai criteri modificati di Philadelphia.

Secondo gli autori “i criteri modificati di Philadelphia presentavano un’elevata sensibilità per infezione batterica invasiva senza esame di routine del Csf”. Inoltre, tutti i neonati più grandi di 28 giorni con meningite batterica sono ad alto rischio.

Tuttavia, gli autori specificano che siccome alcuni bambini con batteriemia sono stati giudicati a basso rischio, “quelli dimessi dal pronto soccorso senza esame del liquido cerebrospinale richiedono un attento follow-up”.

In conclusione, afferma Aronson, “i genitori dei bambini stabiliti ‘a basso rischio’ devono ricevere istruzioni molto chiare alla dimissione, tra cui quando tornare al pronto soccorso”.

 

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