Secondo le principali associazioni del settore, il fabbisogno stabilito dal Ministero della Salute per i pazienti che necessitano di neuroriabilitazione, è inadeguato

Negli ospedali italiani servono posti letto per la riabilitazione di pazienti affetti da gravi malattie neurologiche. È una delle “Priorità d’azione” indicate dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) nel “Barometro della Sclerosi Multipla 2018”. Il fabbisogno di posti letto per la neuroriabilitazione fissato dal Ministero della Salute con il decreto n.70/2015 è pari a 1200 unità su scala nazionale. Per l’Aism si tratta di un numero inadeguato. La pensano allo stesso modo anche le principali società scientifiche impegnate nel settore: la Società Italiana di Neurologia (Sin), la Società Italiana di Riabilitazione Neurologica (Sirn) e la Società Italiana di Riabilitazione Alta Specialità (Siras).

La Sirn ha provato a calcolare la forbice tra i 1.200 posti letto di neuroriabilitazione di alta specialità e il reale fabbisogno della popolazione. Gli esperti dell’Associazione hanno evidenziato che solo per garantire livelli adeguati di neuroriabilitazione ai pazienti post-ictus sarebbero necessari 4.800 posti letto. A questi si aggiunge la necessità di ulteriori 1.365 posti letto per la neuroriabilitazione dei pazienti colpiti da malattie e traumatismi del midollo spinale (paratetraplegie). In totale fanno 6.165 posti letto. La stima è stata effettuata sulla base dei dati epidemiologici forniti dallo stesso Ministero della Salute e delle Linee Guida della Italian Stroke Organization.

I posti letto attualmente previsti, quindi, corrisponderebbero solo al 20 percento dell’effettivo fabbisogno.

Inoltre, resta escluso da questo calcolo l’ambito crescente dei bisogni di neuroriabilitazione per patologie neurodegenerative quali Sclerosi Multipla, Alzheimer e Parkinson. Per non parlare delle gravi cerebrolesioni provocate da traumi.

Un altro grave ostacolo all’accesso dei pazienti italiani a livelli adeguati di cure neuroriabilitative per gravi deficit cerebrali è rappresentato da alcuni vincoli normativi. La legge, infatti, stabilisce che solo i pazienti che abbiano attraversato 24 ore di coma possono essere ricoverati presso strutture ospedaliere di neuroriabilitazione attrezzate. Questo limite è stato imposto dal Ministero della Salute nel 2012.

Vi sarebbe, infine, un’idea, ancora molto diffusa che i bisogni di riabilitazione si concentrano sostanzialmente nel recupero delle funzioni motorie. Si tratta di una considerazione che rappresenta un ulteriore limite allo sviluppo del settore della neuroriabilitazione in Italia. Il danno cerebrale grave, sottolineano gli esperti, arriva in realtà a compromettere funzioni vitali e funzioni complesse, indispensabili per condurre una vita autonoma e lavorativa. Non a caso, nello stesso “Barometro 2018” dell’Aism, si rileva come due pazienti su tre, accedano (spesso privatamente) a trattamenti di fisioterapia. Il tasso di pazienti che accedono a trattamenti di logopedia e riabilitazione cognitiva, invece, si attesta intorno a un esiguo 10 per cento.

 

Leggi anche:

ACCERTAMENTO DELLA INVALIDITÀ: NOVITÀ PER I MALATI DI SCLEROSI MULTIPLA

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui