I sanitari sono stati iscritti nel registro degli indagati per la morte di una donna operata e ricoverata per più di due mesi presso la struttura capitolina

Chirurghi, medici e paramedici. Sono ventiquattro i sanitari dell’Ospedale Regina Elena indagati per la morte di una donna marchigiana di 68 anni ricoverata per un lungo periodo presso la struttura romana e successivamente deceduta, a maggio 2015, ad Ascoli.

La signora, dopo la rimozione, fine 2014, di un polipo endometriale ad Ancona, si era recata a marzo del 2015 presso il reparto di ginecologia del Regina Elena di Roma per una isterectomia radicale resasi necessaria a causa di una massa tumorale con sospetta invasione endometriale. Ma dopo l’intervento la donna continuava ad accusare dolori e dopo pochi giorni finiva nuovamente sotto ai ferri per una setticemia e una peritonite. Si ipotizza che nel primo intervento effettuato in laparoscopia fosse stata procurata una perforazione dell’intestino, del quale sarebbero effettivamente stati asportati 4 cm.

Il decorso fu molto problematico; la donna perse circa 20 chili in poche settimane e ad aprile fu trasferita nel reparto epatobiliopancreatico dove tuttavia continuò ad essere seguita dai sanitari di ginecologia e, solo a seguito delle pressioni dei familiari, fu presa in cura dai medici del reparto. A inizio maggio la 68enne fu nuovamente operata per l’asportazione di altri centimetri di intestino e cistifellea e dopo due settimane venne dimessa facendo rientro ad Ascoli dove però, anche a causa di una peritonite, le sue condizioni peggiorarono in modo repentino. La donna fu sottoposta a un nuovo intervento presso l’Ospedale Mazzoni ma la situazione era ormai compromessa per via di gravi infezioni addominali. Tenuta in coma farmacologico la paziente morì il giorno successivo per un arresto cardiaco

Dopo il decesso la procura di Ascoli ha aperto un’inchiesta e il perito nominato dai pm ha rilevato lacune durante il ricovero della signora presso la struttura sanitaria capitolina. Gli atti pertanto sono stati trasmessi per competenza alla procura di Roma che ha iscritto i 24 sanitari nel registro degli indagati per il reato di omicidio colposo.

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