Omicidio stradale, Adoc: «si al reato e revoca della patente»

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Secondo il rapporto Aci-Istat, torna a crescere il numero delle vittime tra i pedoni (578 morti, +4,9% rispetto al 2013) e i ciclisti (273 morti, +8,8% rispetto al 2013), mentre l’indice di mortalità per gli utenti più indifesi si conferma molto elevato: 2,75 per i pedoni, 1,69 per i motociclisti e 1,41 per i ciclisti, contro lo 0,67 delle automobili e lo 0,74 degli autocarri.

L’Adoc si dichiara favorevole all’introduzione del reato di omicidio stradale e al ritiro della patente, due previsioni normative in attesa di essere licenziate al Senato. La sicurezza stradale, in particolare nei centri urbani, è ai minimi termini e a pagarne dazio sono soprattutto pedoni e ciclisti.

«E’ ancora troppo elevato il numero delle vittime della strada, nel 2014 ci sono stati oltre 250 mila feriti e più di 3 mila morti, numeri intollerabili – dichiara Lamberto Santini, Presidente dell’Adoc – con 56 incidenti mortali per milione di abitanti l’Italia è nelle ultime posizioni in Europa, dove la media è di 51 incidenti ogni milione. La sicurezza stradale è ancora oggi un grave problema, non è accettabile che in Germania il numero di incidenti sia inferiore del 40% rispetto all’Italia o che in Francia le vittime siano il 10% di meno.

Numeri che, come detto, pongono l’Italia come all’ultimo posto in merito alla sicurezza stradale in Europa, in particolare sulle strade urbane e nei centri cittadini. A colpire è in particolare l’incremento della mortalità stradale all’interno dei centri urbani (+5,4%), dove si concentrano il 75,5% degli incidenti e il 44,5% dei morti. Purtroppo, secondo il rapporto Aci-Istat, torna a crescere il numero delle vittime tra i pedoni (578 morti, +4,9% rispetto al 2013) e i ciclisti (273 morti, +8,8% rispetto al 2013), mentre l’indice di mortalità per gli utenti più indifesi si conferma molto elevato: 2,75 per i pedoni, 1,69 per i motociclisti e 1,41 per i ciclisti, contro lo 0,67 delle automobili e lo 0,74 degli autocarri. Con costi, economici e non, insostenibili per la sanità e la società. Per questo siamo favorevoli all’introduzione del reato di omicidio stradale e, soprattutto, al ritiro delle patente a vita.

Riteniamo inoltre che il nuovo Codice della strada debba focalizzarsi sulla tutela dei pedoni, in particolare nelle zone urbane. In questo senso occorre: limitare la velocità di circolazione a 30 km/h nei centri urbani, che abbasserebbe il tasso di mortalità al 30% dal 70%. Sarebbe una soluzione auspicabile, considerando che circa il 15% di tutte le vittime della strada sono pedoni, che insieme ai ciclisti sono gli utenti più vulnerabili. Predisporre una maggiore e migliore illuminazione sulle strade urbane e extraurbane, in particolare presso gli incroci. Migliorare la visibilità e la segnaletica delle strisce pedonali. Prevedere controlli più stringenti e continui sui pullman, troppo spesso causa di incidenti fatali.

Arrestare il fenomeno delle auto “fantasma”, oltre quattro milioni di veicoli che circolano senza RCA, e delle auto con targa straniera, spesso di grossa cilindrata, che restano praticamente impunite in caso di incidenti. Sanare definitivamente i tratti di strada con manto disconnesso o con buche. Ma soprattutto è fondamentale infondere negli automobilisti, soprattutto più giovani e neopatentati, la consapevolezza delle loro azioni, delle regole, dei diritti e doveri, invitandoli a guidare con prudenza e coscienza. Spesso gli incidenti sono causati da distrazione, disattenzione e eccessiva velocità alla guida».

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