In caso di transazione di una causa introdotta con valore determinato, il valore della causa si determina avendo riguardo soltanto a quanto specificato nella domanda al momento iniziale della lite, restando irrilevante la somma realizzata dal cliente a seguito della transazione

La vicenda

Un avvocato aveva presentato istanza dianzi al tribunale di Palermo al fine di ottenere il pagamento degli onorari relativi all’attività professionale espletata nell’ambito di diversi giudizi, instaurati da alcuni dipendenti di una banca in causa con essa.

In primo grado il Tribunale l’aveva dichiarata inammissibile. Diverso esito in appello, ove la corte territoriale accoglieva l’istanza del professionista riformando la decisione di prime cure.

Nel liquidare i compensi, la corte d’appello aveva tuttavia, determinato il complessivo compenso del difensore in applicazione delle tabelle forensi di cui al DM n. 127/2004, desumendo il valore delle controversie dalle rispettive transazioni stipulate dai dipendenti dell’istituto di credito e non, invece, dall’oggetto delle domande introduttive dei giudizi.

Il ricorso per Cassazione

La vicenda è giunta così dinanzi alla Suprema Corte, su ricorso del predetto professionista, il quale censurava la decisione impugnata per gli anzidetti motivi.

Ebbene, la Corte di Cassazione (Seconda Sezione Civile n. 20547/2019) ha accolto il ricorso, ritenendo la sentenza della corte d’appello non conforme al consolidato orientamento giurisprudenziale secondo cui, ai fini della liquidazione degli onorari professionali dovuti dai clienti in favore dell’avvocato, in caso di transazione di una causa introdotta con valore determinato e, pertanto, presunto in base ai criteri fissati dal codice di procedura civile, il valore della causa si determina avendo riguardo soltanto a quanto specificato nella domanda considerata al momento iniziale della lite, restando irrilevante la somma realizzata dal cliente a seguito della transazione (Cass. n. 1666/2017; Cass. m. 3496/1975).

La redazione giuridica

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