L’ospedale Mauriziano partecipa a uno studio multicentrico interventistico randomizzato per l’impiego dell’ossigeno-ozono terapia in fase precoce nell’infezione da SARS CoV-2

Era giunto in ospedale, al Mauriziano di Torino, a fine marzo con mancanza di fiato dopo giorni di febbre. Gli era stata diagnosticata un’insufficienza respiratoria acuta in polmonite bilaterale. Quando tuttavia le sue condizioni sembravano disperate l’anziano affetto da Covid-19 è stato trattato con l’ossigeno-ozono terapia ed è guarito.

L’uomo, 76 anni, dopo il ricovero aveva iniziato una terapia farmacologica e la ventilazione non invasiva. In seguito a un’iniziale ripresa, però, le sue condizioni erano peggiorate ed era stato sottoposto ad intubazione e ventilazione invasiva. Immediatamente il suo quadro clinico aveva presentato un miglioramento, con la conseguente estubazione e il trasferimento nel reparto di Sub-Intensiva 4A COVID 19. Seppur ventilato con il casco riusciva a parlare, mangiare e aveva anche fatto una videochiamata alla figlia.

Improvvisamente, a distanza di quattro giorni, un nuovo repentino peggioramento.

La TC torace aveva evidenziato una severa compromissione dei polmoni, che lasciava intravedere il peggio.  L’ultima spiaggia era rappresentata dalla terapia ossigeno-ozono. Ottenuto il consenso informato, il personale sanitario ha quindi proceduto alla somministrazione di corticosteroidi ed ossigeno-ozono per via sistemica.

Trascorso qualche giorno si è cominciato a registrare un nuovo progressivo miglioramento, al punto di sospendere la ventilazione con il casco. Gli esami ematochimici non evidenziavano più infiammazione e la TC torace di controllo risultava significativamente migliorata. L’11 maggio l’uomo è tornato a casa dalla sua famiglia.

L’ospedale Mauriziano di Torino, dopo autorizzazione del Comitato Etico Interaziendale, ha aderito, tra i pochi Centri in Italia, a uno studio multicentrico interventistico randomizzato per l’impiego dell’ozono in fase precoce nell’infezione da SARS CoV-2, promosso dall’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine.

La storia dell’anziano affetto da Covid-19 guarito evidenzia la possibilità che l’ozonoterapia sistemica possa contribuire a potenziare la risposta dell’organismo, rallentando l’infiammazione e riducendo i danni a livello polmonare, risultando così un efficace supporto alla terapia farmacologica per il trattamento di questa infezione.

Si tratta di un potenziale beneficio e l’innocuità della terapia ha incoraggiato – pur con un background scientifico ancora insufficiente – ad esplorare questa possibilità terapeutica.

La procedura con ossigeno-ozono terapia per via sistemica prevede – previo il consenso informato del paziente – il prelievo, a cadenza giornaliera, di circa 200 ml di sangue da una vena periferica; il sangue prelevato, senza alcuna disconnessione dal paziente, viene mescolato con pari volume di miscela di ossigeno ozono 96-4% con tecnica sterile. Per garantire l’adeguata diffusione dei gas nel sangue raccolto, si procede a delicata rotazione della sacca per 10 minuti, alla quale segue la reinfusione. La procedura viene ripetuta per un totale di 3 sedute. Al momento sono una quindicina i pazienti arruolati.

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