«Dopo due anni e mezzo di disperazione non mi sono arreso e voglio maggiore flessibilità nel vedere i miei figli. Sono il padre, ne ho diritto». Dei padri separati e in difficoltà come Antonio, se ne occupano gli attivisti dell’associazione «Nessuno Tocchi Papà», fondata lo scorso anno dall’avvocato romano Walter Buscema.

Quella di Antonio Noventa è la storia della fine del suo matrimonio, una rottura dolorosa in cui a pagarne le spese sono stati i figli di due e quattro anni, affidati dal giudice alla moglie che, come spesso accade, diventano motivo di contenzioso fra i due genitori. Da subito la moglie di Antonio intraprende una vera «guerra» contro di lui, minacciandolo addirittura di non fargli più vedere i piccoli. La donna arriva addirittura a denunciarlo per maltrattamenti familiari. Non esiste alcuna prova però delle violenze, ma nonostante ciò il giudice stabilisce che Antonio vedrà i suoi bambini in orari prestabiliti: 2 ore il martedì,  2 ore il giovedì e altre 2 ore nel fine settimana. Antonio vive a Bergamo e fa il pubblicitario, un lavoro che gli frutta 2.200 euro al mese di cui, più della metà, vanno alla moglie per il mantenimento dei figli, ciò che resta serve per l’affitto e le spese quotidiane. Nonostante tutto Antonio non si arrende: vive in una casa vicino all’appartamento della sua famiglia. Vuole a tutti i costi accompagnare i figli all’asilo la mattina ma questo il giudice lo nega.

«In Italia siamo solo padri – ci racconta al telefono – e non possiamo far valere il nostro diritto di essere genitori» continua Antonio – questa situazione è vantaggiosa solo per i padri a cui non importa nulla dei figli che non vogliono più vedere». «Dopo due anni e mezzo di disperazione non mi sono arreso e voglio maggiore flessibilità nel vedere i miei figli. Sono il padre, ne ho diritto». Secondo i dati Istat del 2012, il 73,3% delle separazioni e il 66,2% dei divorzi sono stati di coppie con figli nati durante la vita coniugale. L’89,9% delle separazioni con figli ha previsto l’affido condiviso, secondo la Legge 54/2006. Nel 20,3% delle separazioni è previsto un assegno mensile per il coniuge  e di questi, nel 98,4% dei casi è corrisposto dal marito. Anche la casa nel 58,2% delle separazioni va alla moglie.

Dei padri separati e in difficoltà come Antonio, se ne occupano gli attivisti dell’associazione «Nessuno Tocchi Papà», fondata lo scorso anno dall’avvocato romano Walter Buscema. L’obiettivo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema che riguarda molti e arrivare ad un’effettiva parità tra le due figure genitoriali nell’esclusivo interesse dei minori. Presente in 10 città italiane Nessuno Tocchi Papà si occupa di tutelare i padri separati in un paese che sembra essere insensibile di fronte le difficoltà economiche e relazionali del genitore maschio. «L’attuale legislazione in materia di affido condiviso – ci racconta lo stesso fondatore di Nessuno Tocchi Papà – non è assolutamente idonea a rendere effettivo il c.d. Diritto alla bigenitorialità anche se gli altri rappresentanti delle varie associazioni di categoria preferiscono addebitare la scarsa efficacia della L.54/06 ai Giudici o alle fantomatiche lobby tra cui in primis, quella degli Avvocati».

«L’attuale normativa – spiega ancora Buscema –  in linea teorica garantisce una sostanziale parità tra le due figure genitoriali, purtroppo il c.d. diritto alla bigenitorialità si è limitato ad una mera dichiarazione di principi del tutto scollata dalla realtà processuale. In concreto i padri separati in Italia sono considerati genitori di serie B». Durante il Congresso organizzato dall’Associazione «Nessuno Tocchi Papà» con il Patrocinio del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma dello scorso 12 maggio 2015 presso la Corte di Cassazione è emersa l’inadeguatezza della Legge sull’Affido Condiviso. Il giudice Vitalione del Tribunale Ordinario di Roma, relatore del convegno, ha infatti rimarcato come questa non abbia cambiato la situazione dei padri separati.

«A breve – continua Buscema – depositeremo una nostra proposta di legge per introdurre i contratti prematrimoniali in Italia, come già avviene da tempo in altri paesi anglosassoni». Esiste già un progetto simile deposto in Parlamento ma si parla solo di accordi prematrimoniali. Il contratto invece avrebbe una portata più incisiva. Se la proposta di legge  dovesse aver riscontri, ci sarebbero enormi vantaggi  per tutti gli uomini che oggi sono vittime di una legislazione assolutamente penalizzante. Il diritto alla paternità è il perno attorno al quale ruota tutta l’attività dell’Associazione.

a cura di Laura Fedel

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7 Commenti

  1. Sono un padre di due figli Martina e Matteo, mi sono separato dal 2010 e nonostante adempio ai doveri di padre al mantenimento degli stessi come da sentenza, non vedo i miei figli da 4 anni per problemi tecnici dovuti dalla magistratura. Vi scrivo la presente perché sono un padre e vorrei un aiuto da parte vostra per tutelare i miei diritti di essere tale. Vi prego qual’ora ci fosse qualcuno in grado di aiutarmi, prenda in considerazione questo messaggio è mi contatti. Grazie ma non so più cosa fare per rivedere i miei figli.

  2. Grazie innanzitutto per avermi dato voce.
    Vorrei precisare però due cose:
    – Ero convivente e non sposato
    – I bambini li vedo nel week end 20 ore in totale e non 2, ma solo ogni quindici giorni. Non ho però nessun diritto al pernotto ne a un periodo di ferie. Comunque poco, considerando le mie 50 ore di visita contro le 600 della madre. Da padre a zio, insomma, e contro ogni principio di bigenitorialità.
    Vogliate, pertanto e ove possibile, modificare l’articolo.
    Grazie
    Antonio Noventa

  3. Sono un papà di due splendidi bambini di 8 e 6 anni,la madre si è allontana CON loro il 17 di settembre,in una struttura protetta,dichiarando che io sono violento con lei e con i bambini! Io non ho bisogno di falsi testimoni o di inventare storie ,però sta il fatto che non posso ne vedere ne sentire i miei figli!ad aver subito violenze anche e soprattutto psicologiche sono stato io! La situazione qui è inversa!è tutto in mano agli assistenti sociali avvocato e carabinieri. La madre dei miei figli è furba e brava nel far credere ciò che non esiste!è difficile spiegare 10anni…..vorrei aiuto e consigli da voi GRAZIE. Dimenticavo i bambini non vanno a scuola perché mi hanno detto se ne è presa carico lei!facendo scuola parentale!ma io non sono favorevole a questo! Aiuto sono devastato ma non mollo….la verità sta volta uscirà…grazie ancora Andrea

    • Caro Andrea contatti via email l’avvocato Caporale (sabrinacaporale87@gmail.com) che le potrà essere di aiuto.
      Cari Saluti e tanta pazienza che è la virtù dei forti.
      Carmelo

  4. Salve,vi scrivo per sapere se potevate aiutarmi,in quanto sono un padre divorziato e non vedo mio figlio da anni, con il mio avvocato abbiamo chiesto al tribunale di Trento una revisione dell’assegno di mantenimento che mi hanno rigettato nonostante io sia disoccupato e ho una situazione economica davvero disastrata, ho inoltre chiesto di rivedere mio figlio ma non mi hanno dato alcuna soluzione…non so più come fare…potete aiutarmi?

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