Nel processo per il decesso del paziente morto dopo una angioplastica è stato assolto l’anestesista. Imputati anche altri cinque medici

È arrivata l’assoluzione piena dall’accusa di omicidio colposo per l’anestesista Andrea Borgato, 40 anni di Padova, che era imputato nel processo per il decesso di un uomo morto dopo una angioplastica.
Il paziente si chiamava Luigi Vannucci, morto dopo una angioplastica che gli era stata consigliata dai medici nel 2013 all’Ospedale Piove di Sacco.
Borgato è stato l’unico a scegliere il rito abbreviato. Insieme a lui, sono imputati il primario di Cardiologia Domenico Marchese e i colleghi del reparto Luigia Anna Patrassi, Maurizio Martines ed Elisabetta Garelli con la specialista in Rianimazione Dora Magaldi. Tutti sono chiamati a rispondere di omicidio colposo.
Per loro, nessun rito alternativo. E il verdetto del gup padovano Cristina Cavaggion è stato “rinvio a giudizio”. Saranno infatti processati davanti al giudice monocratico di Padova il 19 dicembre prossimo.
Ma andiamo ai fatti. Il 18 aprile 2013 Luigi Vannucci, residente a Selvazzano, era stato sottoposto a una coronarografia, procedura di tipo invasivo che consente di visualizzare le arterie coronarie funzionali a distribuire il sangue al cuore.
A quel punto, i medici confermano quello che era solo un sospetto. Vannucci è affetto da arterosclerosi diffusa. Oltre a questo, il sessantenne ha anche altre problematiche di tipo cardiaco.
I medici decidono per l’angioplastica, una procedura impiegata per dilatare l’arteria coronarica occlusa tramite il posizionamento dello stent, un dispositivo inserito per ripristinare il flusso sanguigno ridotto dagli accumuli di grasso.

Durante l’intervento però, la pressione è precipitata e l’uomo ha perso conoscenza. Trasferito d’urgenza in sala operatoria e sottoposto a manovre rianimatorie, l’uomo è morto. A ucciderlo, probabilmente, è stata un’ischemia miocardica acuta.

I familiari hanno quindi presentato una denuncia. Ma l’inchiesta è un braccio di ferro tra il pm Emma Ferrero, che per due volte chiede l’archiviazione, e il gip Domenica Gambardella.
Quest’ultima, prima ha ordinato un approfondimento dell’indagine e poi la formulazione del capo d’imputazione a carico dei medici.
Durante l’udienza preliminare, il legale dell’anestesista assolto ha rilevato che Borgato era stato indagato in base alla lista dei medici presenti in sala operatoria riferita dal primario. Ma ha ricordato che, per la prima mezz’ora, l’anestesista era impegnato in un altro intervento.
Inoltre, non sono emersi profili evidenti di colpa a suo carico. Da qui la richiesta di assoluzione, integralmente accolta.
 
 
 
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