Dopo l’inserimento di alcuni emendamenti il testo è pronto per essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale
“La Conferenza Stato Regioni approva il Piano nazionale delle cronicità”; a dare per primo la notizia con un ‘cinguettio’ via twitter è stato ieri il Sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo. Il via libera, tuttavia, è condizionato alla costituzione di un tavolo di lavoro per la verifica degli indicatori previsti per il monitoraggio, che non sono considerati completamente condivisibili se utilizzati anche in chiave valutativa. In altre parole la Commissione salute che ha esaminato il Piano vuole che la scelta dei criteri di valutazione sia condivisa. La Commissione ha inoltro proposto alcuni emendamenti al testo, tra i quali la previsione che le strutture di ricovero nel territorio così come gli ospedali di comunità siano gestiti ‘anche’, e non solo, dai medici di medicina generale.
Alla luce di tali modifiche il testo può ora ritenersi definitivo e si attende la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Tra le principali novità introdotte vi sono l’integrazione dell’assistenza primaria, la continuità assistenziale modulata sulla base dello stadio evolutivo della malattia, il potenziamento delle cure domiciliari e l’attenzione ai bisogni globali dei pazienti.
Il Piano, prende le mosse da un contesto caratterizzato dal progressivo invecchiamento della popolazione (in Italia la percentuale di “over 65” sul totale della popolazione è pari al 21,2%), dal conseguente aumento dell’incidenza delle malattie croniche e dal permanere di differenze assistenziali nelle singole realtà regionali. Di qui l’esigenza di armonizzare a livello nazionale le attività proponendo un documento condiviso con le Regioni che compatibilmente con la disponibilità delle risorse economiche, umane e strutturali, individui un disegno strategico comune inteso a promuovere interventi basati sulla unitarietà di approccio, centrato sulla persona ed orientato su una migliore organizzazione dei servizi e una piena responsabilizzazione di tutti gli attori dell’assistenza.
L’obiettivo è quello di migliorare la tutela per le persone affette da malattie croniche, riducendone il peso sull’individuo, sulla sua famiglia e sul contesto sociale, migliorando la qualità della vita, rendendo più efficaci ed efficienti i servizi sanitari in termini di prevenzione e assistenza e assicurando maggiore uniformità ed equità di accesso ai cittadini.
Il nuovo Piano dovrebbe segnare una svolta importante nell’approccio alla malattia; l’idea è che la persona venga posta al centro del sistema di cure, grazie alla costruzione di percorsi diagnostico-terapeutici che la inseriscono in un piano di assistenza il più possibile personalizzato; in tal modo il paziente non è più utente “passivo” delle cure, ma collabora attivamente alla gestione della sua condizione, arrivando a definire con l’equipe un percorso di cura che gli consenta di convivere con il suo quadro patologico e di ‘fare fronte’ alla patologia”.
La prima parte del documento indica gli indirizzi generali per la cronicità, la strategia complessiva e gli obiettivi del Piano; vengono proposte alcune linee d’intervento ed evidenziati i risultati attesi, attraverso cui migliorare la gestione della cronicità nel rispetto delle evidenze scientifiche, dell’appropriatezza delle prestazioni e della condivisione dei PDTA.
La seconda parte contiene invece gli approfondimenti sulle patologie con caratteristiche e bisogni assistenziali specifici; in particolare viene individuato un primo elenco di patologie croniche (Malattie renali croniche e insufficienza renale; Artrite reumatoide e artriti croniche in età evolutiva; Malattia di Crohn e Rettocolite ulcerosa; Insufficienza cardiaca cronica; Malattia di Parkinson e Parkinsonismi; Bpcp e Irc; Insufficienza respiratoria cronica in età evolutiva; Asma in età evolutiva; Malattie endocrine in età evolutiva; Malattie renali croniche in età evolutiva) e per ciascuna viene riportato un sintetico inquadramento generale, un elenco delle principali criticità dell’assistenza, la definizione di obiettivi generali e specifici, oltre che la proposta di linee d’intervento, di risultati attesi e di alcuni indicatori di monitoraggio.