L’iniziativa, liquidata come inutile dalla Regione Puglia, ha visto i primi cittadini firmare ordinanze che impongono ai genitori di presentare opportuna certificazione vaccinale

Si allarga, in Puglia, il fronte dei sindaci che scendono in campo a difesa dell’ottemperanza all’obbligo vaccinale per l’iscrizione alle scuole dell’infanzia. Nelle ultime ore, ai primi cittadini di Mola, Maruggio, Lucera, si sono uniti quelli di Barletta, Giovinazzo e Gravina in Puglia.

I sindaci sono firmatari di ordinanze che impongono ai genitori dei bambini da 0 a 6 anni di presentare, all’atto dell’iscrizione scolastica, opportuna certificazione vaccinale.

L’iniziativa ha incassato l’encomio degli Ordini dei Medici di Bari e Taranto, nonché della FNOMCeo, oltre all’endorsement del presidente di Anci Puglia, Domenico Vitto.

La Regione, tuttavia, l’avrebbe liquidata come “inutile”.

“Non viene forse colta appieno l’esigenza dei Sindaci – afferma il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli – che è quella, in qualità di autorità sanitaria locale, di tutelare la salute di ogni singolo bambino e della collettività”.

In particolare, secondo il vertice della Federazione, il timore è per i bambini immunodepressi o che comunque, per varie e giustificate ragioni, non possono vaccinarsi. Questi “verrebbero sottoposti a rischi inutili se non si avesse certezza delle coperture vaccinali”.

“L’intervento dei Sindaci pugliesi costituisce una vera novità nel difficile intento di assicurare con le vaccinazioni il diritto alla salute dei cittadini, in particolare di quelli più fragili”. Lo affermava il presidente Fnomceo in una lettera dello scorso 23 agosto sottolineando come l’intervento dei primi cittadini aprisse una questione nevralgica nella gestione del Ssn: la partecipazione democratica delle comunità locali e dei cittadini alla gestione della salute sia pubblica che individuale”.

Anelli, in veste di Presidente dell’Ordine di Bari, convocherà, il prossimo 12 settembre presso la sede dell’Ordine stesso, i Sindaci della sua provincia. L’obiettivo è definire, in una vera e propria “Conferenza dei servizi”, le procedure da mettere in atto, con il supporto di dati epidemiologici.

 

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