Da Trieste a Reggio Calabria, Carabinieri del Nas in azione per verificare il rispetto delle norme organizzative, strutturali e igieniche nelle residenze assistenziali

I Carabinieri del Nas di Udine hanno effettuato controlli in 50 residenze assistenziali della provincia di Trieste, tutte localizzate in contesti condominiali. Sono state riscontrate carenze organizzative, strutturali, igieniche e sanitarie tali da non permettere una adeguata protezione agli ospiti e ai dipendenti ed il rispetto dei vari protocolli fin qui emanati per l’emergenza. Le strutture sono ora al vaglio dell’Autorità Sanitaria che adotterà i provvedimenti del caso.

A Napoli i militari, a seguito di un controllo effettuato all’interno di un appartamento adibito a residenza per anziani, situato in uno dei quartieri bene del capoluogo campano, hanno accertato la mancanza di autorizzazione comunale e pertanto, dopo la segnalazione all’Autorità competente, ne è stata disposta l’immediata cessazione. Il valore dell’attività ammonta a 500mila euro.

Il Comune di Reggio Calabria, a seguito di una segnalazione inoltrata dal locale NAS, ha invece disposto la sospensione di una struttura ricettiva per anziani poiché priva di autorizzazione sanitaria al funzionamento. Nell’ambito della medesima serie di accertamenti, inoltre, diverse Autorità locali hanno emesso dei provvedimenti di diffida per l’immediato ripistino dei requisiti organizzativi, professionali e funzionali nei confronti di altre 9 strutture.

A Viterbo i Carabinieri hanno segnalato alle competenti Autorità Sanitarie la titolare di una comunità alloggio per anziani sita nella Tuscia. Nel corso di un controllo della struttura, infatti, avevano rilevato la mancanza di figure professionali adeguate, carenze igienico strutturali e documentali, e un numero di ospiti superiore alla capacità prevista.

Il NAS di Catanzaro, infine, al termine di una serie di ispezioni eseguite con l’ausilio del personale medico dell’ASP di Vibo Valentia, ha deferito in stato di libertà il titolare di due diverse case protette. Nel corso dei controlli, infatti, gli operatori hanno rilevato gravi carenze igienico sanitarie e strutturali, carenti procedure per il contrasto dell’epidemia di COVID-19, e nessuna prova relativa alla formazione del personale sanitario impiegato circa l’applicazione del protocollo di emergenza epidemiologica.

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