Un dossier dell’Agenzia di controllo del sistema sociosanitario lombardo denuncia ricoveri non necessari e sprechi nella Regione

Secondo una recente analisi dell’Agenzia di controllo del sistema sociosanitario lombardo, istituita dalla Regione nell’agosto 2015 con la riforma della Sanità e guidata da Mauro Agnello, i ricoveri non necessari in Lombardia sarebbero numerosissimi.

Per avere qualche dato, a Milano, la percentuale di ricoveri non necessari raggiunge il 74% per la reumatologia e il 59% per le malattie della tiroide.

Si parla invece del 32% per la neurologia, del 31% per la gastroenterologia e del 27% per la pneumologia. Sono invece il 25% per la nefrologia, il 18% per la cardiologia, il 15% per la geriatria, il 10% per la medicina generale e il 9% per la dermatologia.

Uno spreco notevole di soldi pubblici, che fa discutere. Specie se si pensa che gli stessi esami potrebbero essere eseguiti ambulatorialmente in poche ore o in day hospital.

Ma il ricovero spesso è meglio retribuito dal sistema sanitario nazionale dunque, soprattutto per le strutture private accreditate, conviene.

Nello specifico, l’ultimo dossier prende in considerazione i “Ricoveri medici programmati”. Lo scopo è quello di indicare dove indirizzare, ed eventualmente incrementare, le verifiche degli ispettori delle Ats che hanno il compito di individuare i ricoveri non necessari.

Con il dossier, di fatto, viene lanciato un alert che individua l’esistenza effettiva di un rischio elevato di ospedalizzazioni inutili in ben 10 reparti.

Adesso, sui casi esaminati, occorrerà capire quali di questi ricoveri potevano con certezza essere evitati.

Una volta accertata l’ inutilità, potrà scattare il recupero dei soldi pubblici: la stima, decisamente al ribasso, è almeno di 5 milioni di euro l’anno. I reparti maggiormente coinvolti sono quello di reumatologia, neurologia, gastroenterologia, pneumologia, nefrologia, cardiologia, geriatria, medicina generale e dermatologia.

Nel dossier, le cartelle cliniche analizzate sono 56.350, per rimborsi agli ospedali di oltre 137 milioni di euro.

I fattori che portano un ricovero a essere considerato potenzialmente evitabile sono soprattutto 4:

  • la durata breve
  • un numero limitato di esami eseguiti
  • la bassa complessità delle prestazioni
  • lo stato complessivo di salute del paziente non particolarmente compromesso.

Secondo l’Agenzia, “si osserva che tra le procedure indicate nelle cartelle cliniche il 65% possono essere eseguite, se le condizioni dei pazienti lo consentono, in regime ambulatoriale”.

Il problema è che spesso si opta per l’ospedalizzazione perché è più remunerativa. Nel suo dossier, l’Agenzia di controllo sottolinea infatti l’ampio ricorso fatto dagli ospedali privati ai ricoveri programmati.

Scrive l’Agenzia che “risulta erogato da strutture private il 44% del totale”.

Oltre ai casi di Milano, il dossier parla di ricoveri non necessari anche per la nefrologia (86%) e la dermatologia (51%) nell’Ats di Pavia.

Lo stesso vale per il 51% delle ospedalizzazioni per le malattie della tiroide a Como e Varese. A conferma di un problema che è molto più diffuso di quanto si creda.

 

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