Il provvedimento sui rimborsi gonfiati riguarda 22 strutture e coinvolge 230 centri, per un danno stimato in 15,5 milioni di euro

Ennesimo scandalo nella sanità campana e, questa volta, si tratta di rimborsi gonfiati alla Asl Napoli 1. La scoperta riguarda ben 22 strutture per un totale di 230 centri coinvolti mentre, il danno stimato – dal 2009 al 2011 – si calcola nell’ordine dei 15,5 milioni di euro.
L’inchiesta, condotta dal viceprocuratore Marco Catalano e dal sostituto procuratore Ferruccio Capalbo, chiede il maxi risarcimento ai privati convenzionati e a 39 persone tra amministratori dell’Asl, subcommissari, dirigenti dei settori Bilancio e Affari legali e collegio sindacale.
Molte le persone coinvolte e, tra questi, Elia Abbondante, ex subocmmissario, insieme all’ex revisore dei conti Maurizio Matacena. Oltre a loro, c’è l’attuale direttore del dipartimento medicinaterritoriale, Gennaro Volpe e Domenico Concilio, già direttore amministrativo. E lungo è anche l’elenco dei centri coinvolti, ben 230, tra i quali vi sono molti laboratori di analisi e medicina nucleare, case di cura, centri di cardiologia, radioterapia e diabetologia. Ma non è tutto: ben 22 strutture hanno subito il sequestro di crediti dai 96 mila ai 717 mila euro, vantati presso l’Asl per le prestazioni rese.
I sequestri disposti a causa dello scandalo dei rimborsi gonfiati, sono stati effettuati solo per quei centri che hanno incassato somme superiori ai 60 mila euro. E sono: Cuomo- Zarra, Centro Manzoni, Centro ricerche Cangiano, Diagnostica De Magistris, Arenella, Poliambulatorio Tisana, Istituto diagnostico Varelli, Centro medico nucleare, Sdn Gianturco, Val.Dent., Istituto Piaget, Centro diagnostica clinica, Cardio sud, Istituto diagnostico Varelli- Pianura, Centro diagnostico Lieti, Centro studi della scoliosi, Tac centro Vomero, Studio diagnostico Trama, Centro cardiologico Salus, Cmt-polistecialistica, Centro odontostomatologico Cerasuolo, Fondazione S.M. della Misericordia.
Rimborsi gonfiati ma anche quella che gli inquirenti hanno definito una vera e propria truffa degli sconti in quanto, grazie a una legge del 2006, lo Stato decise di abbattere le spese sanitarie per le regioni con criticità di bilancio, riducendo le tariffe pagate dalle Asl ai centri privati.
Tali sconti si sostanziavano in una riduzione del 20% per le prestazioni di diagnostica di laboratorio e del 2% per quelle specialistiche. La norma venne considerata legittima nel 2009 da una sentenza della Corte costituzionale. Peccato però che, come dimostrato dalle indagini condotte dalla Guardia di Finanza, all’Asl Napoli 1 quello “sconto non è stato applicato”. I centri privati si sono poi rivolti anche ai giudici per i mancati pagamenti, ottenendo di poter incassare le fatture senza lo sconto con decreti ingiuntivi.
Quelle somme, però, non sono più recuperabili per l’azienda pubblica in quanto aggredite dai centri a seguito di un procedimento giudiziario e perché l’Asl non si oppose in giudizio.
Eppure, come chiaramente evidenziato nelle carte dell’inchiesta “il settore legale della Regione aveva sempre invitato gli uffici a prevedere la applicazione dello sconto, in tutte le richieste di pagamento.
Inoltre, l’Asl Napoli 1 da gennaio 2009 a ottobre 2012 ha svolto controlli inadeguati, insufficienti o addirittura assenti per verificare le strutture private accreditate applicassero il disposto normativo. Una delibera del 2012 cambiò registro, imponendo “misure restrittive nei confronti dei centri inadempienti “.
“È chiaro – scrivono i magistrati – che l’azienda avrebbe dovuto attuare sin dall’inizio, o almeno immediatamente dopo la sentenza della Corte costituzionale, tutto quanto necessario per arginare il fenomeno di acquisire e registrare in contabilità fatture senza sconto e impedire ai centri di azionare i decreti ingiuntivi”.
Tutti i provvedimenti, nell’ambito dell’indagine sui rimborsi gonfiati alla Asl Napoli 1, sono stati emessi a conclusione degli accertamenti svolti dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli, mentre l‘udienza per la convalida è fissata il 10 luglio.
 
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