Un comunicato intersindacale sul rinnovo contratti sanità minaccia provvedimenti immediati, se non si arriverà alle trattative al più presto

Continua lo scontro sempre più acceso tra medici e dirigenti e il Governo sul rinnovo contratti sanità.

In un comunicato intersindacale, inviato ieri alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Aran e Regioni, le maggiori sigle sindacali invocano trattative immediate.

A firmare la nota sono stati Anaao Assomed – Cimo – Aaroi-Emac – Fp Cgil Medici E Dirigenti Ssn – Fvm Federazione Veterinari E Medici. Insieme a loro anche Fassid – Cisl Medici – Fesmed – Anpo-Ascoti-Fials Medici – Uil Fpl Coordinamento Nazionale Delle Aree Contrattuali Medica E Veterinaria.

Con la nota, le sigle stigmatizzano “l’inerzia amministrativa che sta bloccando l’intestato rinnovo del CCNL della dirigenza Medica, Veterinaria e Sanitaria, scaduto da 8 anni, per il triennio 2016-2018”.

In particolare, la nota specifica come ad oggi non risulti aperto un tavolo di trattativa con le Organizzazioni Sindacali. E questo sebbene ve ne siano le condizioni.

“In mancanza di un segnale concreto – scrivono – le organizzazioni sindacali agiranno in tutte le sedi competenti compresa quella giudiziaria, non solo civile, per ottenere tutela risarcitoria per i gli iscritti”.

Questa, infatti, la diffida dell’Intersindacale contenuta in una lettera diffusa dalle sigle.

I sindacati, infatti, già da molto tempo invocano il riavvio tempestivo delle trattative sul rinnovo contratti sanità.

“L’illegittimo e forzoso indugio nel riavvio delle trattative, che si protrae nonostante la chiara indicazione del Giudice delle leggi ed i continui proclami istituzionali in merito alla presunta riapertura della stagione contrattuale, dà diritto al risarcimento del danno cagionato al personale della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria”, scrive l’Intersindacale.

La nota si conclude così.

“Intimiamo formalmente alle S.V. – conclude – di adottare tutti i rispettivi atti di competenza per consentire l’apertura dei tavoli di trattativa, avvertendo sin d’ora che, in mancanza, agiremo in tutte le competenti sedi ivi compresa quella giudiziaria, non solo civile per ottenere tutela risarcitoria per i nostri iscritti, ma eventualmente anche penale, ove ne ricorrano i presupposti, chiedendo alla Magistratura di sanzionare l’eventuale ulteriore prolungarsi dell’attuale inerzia, anche a seguito della presente diffida”.

 

 

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