Pedoja: dalle recenti proposte del dicastero della Salute di aggiornamento del dm 2/4/2015 n. 70 emerge l’assenza di riconoscimento del ruolo dei professionisti medici legali

“La nostra attività non è riconosciuta”. E’ quanto affermano Enrico Pedoja, Segretario Nazionale SISMLA, ed Andrea Minarini , Vicesegretario con delega SISMLA alla Medicina Legale, invitando il Ministero della Salute a una riflessione sul ruolo dei professionisti medici legali. “Le proposte avanzate dal Ministero della Salute, Roberto Speranza, in merito al decreto n.70 del 2015 sulla definizione degli standard dell’assistenza ospedaliera – affermano i rappresentanti del Sindacato Italiano Specialisti di Medicina Legale e delle Assicurazioni – lasciano fuori dalla scena i medici legali, attori fondamentali nel contesto della complessa attività delle Strutture Sanitarie Ospedaliere. Per questo motivo SIMSLA ha chiesto, attraverso una lettera, un incontro al Ministero per chiarire la portata di questi aggiornamenti e capire perché la categoria non sia stata coinvolta”.

“Considerate le specificità delle competenze dello Specialista Medico Legale nel contesto della complessa attività delle Strutture Sanitarie Ospedaliere – proseguono – appaiono decisamente inadeguate le recenti proposte di aggiornamento del dm 2/4/2015 n 70 espresse dal Ministero della Salute dalle quali emerge l’assenza di riconoscimento di quella specifica area ‘medico legale’ che – di fatto – da sempre ha rappresentato un servizio fondamentale per l’Attività Ospedaliera, soprattutto in merito alle esigenze di gestione del rischio clinico ai fini di tutela del Cittadino e degli stessi Operatori Sanitari”.

Secondo il SISMLA l’intervento professionale dello specialista medico legale all’interno delle Aziende Sanitarie è diventato fondamentale in relazione alla specifica formazione e competenza in molti settori di intervento sanitario e organizzativo delle Strutture Sanitarie Ospedaliere Pubbliche. Vista anche la necessità di garantire l’erogazione delle cure in condizioni di appropriatezza, efficacia, efficienza, qualità e sicurezza non può essere dimenticato un altro livello essenziale di assistenza in capo alla Medicina Legale, ovvero la attività di formazione, informazione, comunicazione in tema di bioetica, trapianti, responsabilità sanitaria, consenso al trattamento sanitario e sicurezza delle cure. Tale attività, per il Sindacato, si configura in due fondamentali aspetti: supporto all’Ufficio Legale aziendale nel contenzioso attivato dai cittadini in relazione a prestazioni fornite dalle strutture aziendali; ruolo di Risk Manager aziendale.

“Si impone, pertanto – concludono dall’Associazione – un’attenta riflessione da parte del Ministero della Salute affinché sia autonomamente valorizzata e definita una specifica ‘area medico legale’ nel contesto della Struttura Ospedaliera nell’interesse dell’Utente e della stessa Organizzazione Aziendale”.

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