Sbloccare subito le assunzioni promesse. Mobilitazione in tutta la Sicilia dei medici precari

Da Palermo a Messina fino a Catania. La protesta dei giovani medici della sanità siciliana chiede lo sblocco delle assunzioni promesse. 10mila i posti di lavoro.
Una mobilitazione che nel capoluogo siciliano ha visto i sanitari in attesa di stabilizzazione impegnarsi in una campagna di volantinaggio davanti alla struttura ospedaliera di Villa Sofia. A Messina un altro gruppo ha chiesto a gran voce lo sblocco del turn over fermo dal 2012.
Un appello che si è diffuso tramite i social network attraverso un social mob condividendo gli hashtag “Subito  #stabilizzazioni e #calendarizzazione dei nuovi #concorsi in #sanità”.
All’ingresso del Policlinico di Catania campeggia lo striscione recante la scritta “Medici precari ingannati da politici bugiardi, noi perdiamo il posto e voi perdete il seggio”.
“Dopo due anni di annunci disattesi e di fallimenti – scrive in una nota il Comitato precari della sanità siciliana – è giunto il momento che l’assessore regionale alla Salute chiarisca il reale stato dell’arte sui tetti di spesa e sui tempi per le immissioni in ruolo e l’avvio dei nuovi concorsi. Inoltre – continua – con l’approssimarsi delle elezioni regionali, al fine di prevenire ogni speculazione da parte della politica sulle assunzioni in sanità, si adottino selezioni a graduatorie regionali. Negare il diritto di assunzione agli operatori della sanità equivale a negare il diritto alla salute dei cittadini ed all’accesso a cure di qualità per i pazienti”.
Gli atti aziendali e l’approvazione delle piante organiche fissati per il 30 giugno non ci sono più scuse per l’assessore Regionale alla Salute che ha stilato l’ultima nota sul Piano triennale del fabbisogno.
A questo proposito il Comitato scrive che “Se da una parte l’assessore intima alle aziende di adottare, entro 5 giorni, un piano triennale di assunzioni, che dovrà tenere conto dei tetti di spesa per le assunzioni del personale, rimettendo quindi in mano un cerino acceso ai Direttori Generali, dall’altra, bisognerà attendere almeno un mese (fine luglio) per effettuare eventuali revisioni di tali piani, per poi procedere con l’iter amministrativo a cavallo dell’estate ed oltre, giungendo in prossimità delle elezioni regionali, col rischio che non si abbia chiarezza prima di tale scadenza elettorale. Non è più tollerabile – incalza il Comitato – nessuna speculazione da parte della politica sul tema delle assunzioni in sanità. Pertanto, chiediamo che sia fatta piena luce sui tempi e sui posti da mettere a concorso, in ragione dei limiti imposti dai tetti di spesa, nonché si proceda con immediate immissioni in ruolo dei vincitori e degli idonei di concorsi a tempo indeterminato. Se le aspettative alimentate da due anni di annunci non dovessero trovare riscontro, allora ci attendiamo che i responsabili di tale stato di impasse cronico ne traggano le dovute conseguenze politiche, rassegnando le dimissioni. Inoltre, chiediamo che in occasione dell’avvio dei nuovi concorsi, se mai partiranno, si adottino selezioni a graduatorie regionali al pari di quanto già fatto da altre Regioni”.
È la seconda iniziativa portata avanti dai precari, la prima a novembre 2016. “Quella del 30 giugno – dice il Comitato – è una data di scadenza alla politica regionale. Dal 1 luglio 2017, in assenza di segnali concreti, verrà certificata, dopo ampia dimostrazione, l’incompetenza e l’inconsistenza dell’attuale governance regionale della sanità”.
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