Si tratta di quattro dirigenti medici e tre infermieri in servizio presso un poliambulatorio della provincia di Sassari

I carabinieri del NAS di Sassari hanno dato esecuzione a sette ordinanze di applicazione della misura cautelare della sospensione dal pubblico ufficio. La misura è rivolta a quattro dirigenti medici e tre infermieri in servizio presso la locale ASSL.

I sanitari sono stati ritenuti responsabili di truffa aggravata e peculato in danno del SSN, per aver simulato la presenza in servizio. Questa sarebbe stata attestata con il proprio badge personale, quando invece i dipendenti risultavano ingiustificatamente assenti dal posto di lavoro.

L’indagine, nata nel mese di novembre 2017, è stata coordinata dalla locale Procura della Repubblica. L’obiettivo degli inquirenti era quello di verificare lo standard nell’offerta sanitaria pubblica, con particolare riferimento a un Polimabulatorio ubicato in un centro dell’hinterland Sassarese.

L’attività investigativa ha consentito invece di far emergere una notevole disinvoltura da parte di alcuni dipendenti nell’assentarsi dal posto di lavoro; il tutto senza alcuna giustificazione.

In alcuni casi è stato anche accertato l’uso di autovetture di servizio per finalità estranee a quelle lavorative.

La scoperta è avvenuta grazie all’utilizzo di videocamere e all’apparato elettronico attestante la presenza in servizio dei dipendenti. I pedinamenti hanno inoltre consentito di appurare che i dipendenti si allontanavano dal posto di lavoro per motivi del tutto estranei a cause di servizio. C’era chi andava a fare la spesa al supermercato, chi al bar e chi dava una mano alla figlia all’edicola.

In tal modo, secondo la Procura, “inducevano in errore l’Ats Sardegna circa la relativa presenza sul posto di lavoro, procurandosi un ingiusto profitto”.

Anche il NAS di Lecce, al seguito di alcuni accertamenti nel settore sanitario, ha deferito all’Autorità Giudiziaria tre dipendenti della locale Azienda Sanitaria. In questo caso, due degli indagati attestavano falsamente la propria presenza in servizio, favoriti dal loro dirigente che, anziché controllarli, ometteva di segnalare la loro condotta criminale. Il danno all’erario è stato quantificato in quasi 15.000 euro di ingiuste retribuzioni.

 

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