Il Tribunale ha ritenuto non sufficienti le prove di un legame tra il decesso di un paziente e la somministrazione prolungata di un immunosoppressore

Un medico di famiglia delle provincia di Genova è stato assolto per insufficienza di prove dal Tribunale del capoluogo ligure. Era finito a processo con l’accusa di omicidio colposo per la morte di un operaio ardesiaco di 52 anni. Gli veniva imputata, in particolare, la somministrazione prolungata di un immunosoppressore.

L’uomo era deceduto nel novembre del 2011 per una sepsi letale. Secondo la ricostruzione degli inquirenti era rimasto vittima di un incidente sul lavoro. Una caduta che gli aveva procurato la frattura del polso. A una settimana di distanza era stato operato presso l’Ospedale di Rapallo.

Dopo circa un mese, tuttavia, l’operaio aveva cominciato ad accusare febbre e difficoltà respiratorie. Il medico curante gli aveva inizialmente prescritto una terapia antibiotica. Successivamente, dato il perdurare del malessere, ne aveva disposto il ricovero in Ospedale di Lavagna, dove, a distanza di pochi giorni, era sopraggiunto il decesso.

La perizia del medico legale incaricato dalla Procura aveva escluso un nesso tra la sepsi e l’intervento al polso.

L’autopsia aveva invece portato i periti della Procura a formulare l’ipotesi che l’infezione potesse essere stata favorita dall’utilizzo di un farmaco immunosoppressore.

Un medicinale, la ciclosporina , che avrebbe indebolito le difese immunitarie del 52enne. L’uomo ne faceva uso da quattro anni  per limitare la psoriasi, su prescrizione del proprio dottore. Un periodo che, secondo l’accusa, sarebbe stato troppo prolungato rispetto a quanto previsto dalle linee guida. Inoltre, il camice bianco non avrebbe sottoposto il paziente a monitoraggi periodici.

Il Giudice, tuttavia, ha stabilito che le prove presentate dall’accusa non sono sufficienti a stabilire un legame tra il decesso e l’utilizzo del farmaco. Di qui la sentenza di assoluzione, di cui ora si attendono le motivazioni per la valutazione, da parte della Procura, di un possibile ricorso in appello.

 

 

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