Secondo i tossicologi della Sitox la correlazione tra talco e cancro ha dato adito ad allarmi non fondati su solidi dati scientifici. Ecco perché.

Nei mesi scorsi si è molto discusso di una correlazione fra talco e cancro, specie in relazione alla sentenza USA che ha condannato il colosso Johnson & Johnson a pagare miliardi di dollari come risarcimento a donne ammalate di tumore alle ovaie.

La condanna si era fondata proprio sulla combinazione di due conclusioni dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC).

Questa, infatti, ha ritenuto l’amianto un cancerogeno certo (Gruppo 1) per alcuni organi, fra cui l’ovaio.

Inoltre, aveva in precedenza ritenuto possibilmente cancerogeno (Gruppo 2B) per l’ovaio l’uso nella zona perineale di cosmetici in polvere contenenti del talco. Il tutto senza specificare se o meno contaminato da amianto.

Tuttavia, sulla relazione tra talco e cancro è intervenuta la Società Italiana di Tossicologia (Sitox) specificando alcuni aspetti importanti.

“Per quanto riguarda il tumore dell’ovaio e l’esposizione ad amianto – scrive la Sitox – i dati epidemiologici su cui si basa la valutazione IARC indicano chiaramente che vi è un probabile modesto eccesso di rischio nella popolazione femminile esposta per inalazione a elevate concentrazioni per motivi lavorativi”.

Tale eccesso non si è osservato in popolazioni con esposizione ambientale o con bassa esposizione lavorativa. In particolare, i dati relativi all’esposizione a talco e all’uso nella zona perineale di cosmetici in polvere contenenti del talco, “sono ancora meno convincenti”.

In questo caso, IARC ha concluso che l’inalazione di talco che non contenente asbesto o fibre asbestiformi non è classificabile per cancerogenicità. Dall’altra, prosegue Sitox, “sulla base di 20 studi epidemiologici di cui uno studio di coorte e 19 studi caso-controllo, soltanto pochi davano indicazione di un modesto eccesso di rischio per tumore dell’ovaio in donne che hanno fatto uso perineale di cosmetici in polvere contenenti talco.

Ne consegue, pertanto, che la correlazione tra uso di talco e rischio di tumore all’ovaio è poco probabile.

In ogni caso, “è importante sottolineare che tutti questi studi si riferiscono a esposizioni risalenti agli anni ’50-’70 del secolo scorso e che sicuramente il controllo di qualità dei prodotti cosmetici in uso attualmente è certamente molto maggiore che in passato”.

Sulla base di questi dati, Sitox ha ribadito come gli allarmi sollevati sull’uso di talco non siano sostenuti dai dati scientifici disponibili.

Ciò in quanto solamente il dato quantitativo della relazione dose/concentrazione-risposta confrontata con l’entità dell’esposizione permette di trarre conclusioni coerenti.

In questo caso, i dati hanno indicato che il rischio cancerogeno attuale non è sostenibile sulla base della metodologia attuata nel mondo.

Pertanto, Sitox ribadisce che per procedere ad una scientificamente fondata valutazione del rischio, occorre procedere alla caratterizzazione della relazione dose/risposta e dell’esposizione “e che l’uso della classificazione basata sul “solo” pericolo intrinseco è fuorviante e può causare inutile ansia nella popolazione”.

 

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