È cominciata, in Commissione Affari Sociali alla Camera, la discussione sul Testamento Biologico. Il 2 marzo inizierà quella sull’Eutanasia. «Responsabile Civile» fa il punto con l’Associazione Luca Coscioni

A tre anni dalla proposta di iniziativa popolare, è iniziata in Commissione Affari Sociali alla Camera, la discussione sul Testamento Biologico (a cui farà seguito, separatamente, quella sull’Eutanasia).

Ma il percorso verso una regolamentazione formale è ancora molto lontana, come chiarisce Matteo Mainardi, Coordinatore della campagna sul Testamento Biologico e l’Eutanasia legale presso l’Associazione Luca Coscioni.

Intervistato da «Responsabile Civile», spiega che la «Commissione è totalmente bloccata dai partiti» e il fatto che si discuta separatamente di Testamento Biologico ed Eutanasia rischia solo di complicare ulteriormente la situazione con la possibilità che le due discussioni si intralcino.

Finalmente qualcosa si muove: alla Camera si comincia a parlare di Testamento Biolgico…

Sì, abbiamo depositato le firme di una proposta popolare ormai tre anni fa, nel 2013. Da quel momento, in teoria, il Parlamento doveva iniziare a discuterne. Non se ne era fatto nulla finora, quindi abbiamo costituito un intergruppo – che ormai conta più di 220 parlamentari – a favore di una discussione sulla legalizzazione dell’Eutanasia. Ma una volta che proprio attraverso questo intergruppo siamo riusciti a inserire nel calendario della Camera la discussione e sono state attivate le Commissioni – pensiamo anche per bloccare quella sull’Eutanasia – la Commissione Affari Sociali è partita di propria iniziativa con il Testamento Biologico, separando i due temi.

Voi vorreste che fossero affrontati assieme?

Sì, è inutile separarli, dato che i due temi si tengono e, anzi, probabilmente le due discussioni si intralceranno versando sul fine vita e sugli stessi temi. Assisteremo a una discussione dove magari sul Testamento Biologico si vieterà di interrompere la nutrizione, l’idratazione artificiale e quindi si farà il tentativo che fu fatto da Calabrò nella precedente legislatura, quindi facendo una legge che in verità è contro; dall’altra parte, le commissioni in separata sede parleranno di Eutanasia. È un dibattito che si andrà a intralciare per forza.

Si sovverte quindi anche quella che era la vostra intenzione originale?

Sì, ma soprattutto l’intenzione dei 67mila cittadini che hanno firmato la proposta di legge sull’Eutanasia, prima ancora che sul Testamento Biologico.

La vostra proposta, comunque chiede che venga lasciata libertà di scelta.

Il  Testamento Biolgico serve per dire oggi cosa vuoi che sia fatto di te nel momento in cui non sarai più capace di intendere e di volere.

Che non necessariamente significa interruzione delle cure…

No, anzi, si può anche decidere di continuare le cure fino all’ultimo minuto, e i medici dovranno rispettare quelle indicazioni. Si tratta di una volontà di ora, per un futuro in cui la persona non sarà più capace di intendere e di volere, se non lo sarà. Perché se la persona può prendere le decisioni fino all’ultimo momento, la Costituzione dice che chiunque può rifiutare le cure. Come nel caso di Piergiorgio Welby. Il Testamento Biologico, invece, sarebbe servito nei casi come quello di Eluana Englaro: se avesse lasciato qualcosa di scritto prima, sarebbe stata più rapida anche tutta la vicenda giuridica successiva.

Si tratterebbe, quindi, semplicemente, del rispetto di una posizione espressa dall’interessato, qualunque essa sia.

Sì, anzi, anche come tutela della persona, perché oggi, quando una persona si trova incapace di intendere e di volere e magari è in fase terminale, le decisioni le prendono i medici o i parenti. La stessa cosa avviene con l’Eutanasia: in questo momento, tanti di quelli che ci vengono a trovare per avere informazioni, in verità avrebbero altre alternative, il problema è che non lo sanno perché sono in una fase terminale hanno paura di parlarne con il medico.  A differenza di quello che avviene in Svizzera, in Italia un malato terminale è abbandonato a se stesso, ai familiari, mentre lì, una volta che si fa richiesta di Eutanasia si entra in un percorso fatto di medici e psicologi che, fino all’ultimo momento, cercano di trovare un’alternativa possibile. Fermo restando che se la decisione del paziente è ferma e forte c’è l’aiuto da parte loro.

Probabilmente questo è un aspetto non molto conosciuto. Si pensa che una volta avviato un simile percorso non si possa più interrompere…

Pensiamo a Luca Coscioni, da cui prende il nome la nostra associazione. Lui è morto perché ha rifiutato di farsi fare la tracheotomia proprio perché sapeva che poi sarebbe stato difficilissimo staccare i tubi e lasciarsi morire. Quindi ha dovuto prendere questa decisione prima del tempo, e c’è stata una morte precoce dettata dalle leggi dell’Italia. Se ci fosse stata l’Eutanasia – e lo diceva sempre – lui quella scelta l’avrebbe rimandata. Poi in un secondo momento – sapendo di avere la possibilità di scegliere – avrebbe deciso il momento per andarsene.

I Testamenti Biologici che già sono stati compilati, che valenza hanno?

Il Testamento Biologico oggi non ha valore legale, ma ha valore giuridico: non c’è una legge che tutela le volontà scritte del paziente, però, qualora si facesse ricorso al Tribunale, di fronte al Testamento Biologico verrebbe data ragione al paziente. Una legge aiuterebbe solo tutta la procedura e aiuterebbe soprattutto il medico, che spesso oggi non aiuta a morire una persona in fin di vita, perché non è tutelato.

Quindi in realtà la legge andrebbe a fotografare e definire una realtà che a livello giuridico già esiste?

Una realtà che esiste, ma che comunque sottopone i familiari ad anni di battaglie giudiziarie, che spesso non si vogliono affrontare.

Quali sono le vostre prospettive adesso che l’iter è avviato? Avete delle idee dei tempi che ci saranno per arrivare a compimento?

Il dibattito è appena iniziato, quindi ancora sappiamo poco e non sappiamo cosa succederà il 2 marzo quando inizierà anche la discussione sull’Eutanasia. Il dibattito sarà sicuramente molto lungo anche perché ancora ci sono le Unioni Civili e poi si incardinerà il dibattito sulla legalizzazione della Cananbis che sta aspettando… Credo che quello sul Testamento Biolgico e sull’Eutanasia slitteranno e forse, in questa legislatura, non si riuscirà neanche a completarli. Però, già è buono il fatto che per la prima volta nella storia d’Italia si inizi a parlare di Eutanasia. Del Testamento Biologico già se ne era parlato, ma fortunatamente non se ne era fatto più nulla, perché quello che stava per uscire dall’ultimo governo Berlusconi era un testo contro il Testamento Biologico.

Voi come vi state muovendo?

Intanto stiamo cercando di tenere vivo il dibattito e di organizzare più convegni possibili in giro per l’Italia facendo girare proprio i parlamentari che hanno deciso di aderire all’intergruppo, per farli rendere conto della partecipazione che anima sempre i dibattiti sul fine vita e fagli comprendere certe dinamiche che nella già società ci sono.

A cura di Monica Gasbarri

Foto: By Jacob Windham from Mobile, USA (Flickr) [CC BY 2.0], via Wikimedia Commons

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