In manette un professionista di 56 anni accusato di violenza sessuale da una paziente che aveva in cura nel 2010

Ripetutamente abusata dal medico che l’aveva in cura. E’ l’accusa mossa da una trentenne nei confronti di un camice bianco di 56 anni specializzato in psicologia clinica, arrestato nelle scorse ore per violenza sessuale e pedopornografia.

La vicenda, come riporta il Resto del Carlino, risale al 2011. La giovane si era rivolta a una clinica privata di Forlì per dei disturbi alimentari. Vi si era recata tre volte a settimana per tre mesi. Nel corso di tali sedute, secondo gli inquirenti, la paziente sarebbe stata “costretta a subire atti sessuali contro la sua volontà”.

La vittima, successivamente, aveva infatti trovato il coraggio di denunciare l’accaduto ed era stata ritenuta attendibile dagli investigatori.

Gli uomini della Squadra Mobile avevano quindi condotto una perquisizione domiciliare presso l’abitazione del professionista indagato. Sul suo computer erano stati stato rinvenuti immagini e video a contenuto pedopornografico.

Il medico era stato condannato dal Tribunale di Forlì nel marzo del 2014 a quattro anni di reclusione. I successivi gradi di giudizio avevano confermato la responsabilità penale. Era cambiata solamente l’entità della pena: da quattro anni a tre anni e due mesi. Intanto la clinica aveva interrotto ogni rapporto con il dottore, che tuttavia aveva continuato a lavorare privatamente.

Poco prima di Natale, dopo il rigetto dell’ultimo ricorso da parte della Corte di Cassazione, l’uomo è stato arrestato su disposizione della Procura del capoluogo di provincia romagnolo. Ora si trova in carcere e non potrà chiedere misure alternative prima di un anno.

Nel corso dell’operazione sono state denunciate per resistenza anche la madre e la convivente del camice bianco. La prima, secondo la ricostruzione del Resto del Carlino, avrebbe infatti negato di sapere dove si trovasse il compagno. La seconda, si sarebbe rifiutata in un promo momento di aprire ai poliziotti, sostenendo di essere sola in casa. Gli agenti, tuttavia, insospettiti dall’atteggiamento della donna, sarebbero poi riusciti a entrare in casa trovando il medico nascosto in una stanza al buio.

 

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