Tutti regolarmente guariti, sono stati “importati” da persone arrivate da viaggi nelle zone a rischio
Nove casi in totale di infezione da virus Zika in Italia, tutti regolarmente guariti e, in ogni caso, “importati” in Italia da persone arrivate da viaggi nelle zone a rischio.
In particolare, l’ultimo caso è quello di una persona di ritorno da un viaggio nella Repubblica Dominicana, e curata all’Ospedale civile di Venezia, ma le sue condizioni sono buone. Anche a Roma, una persona è stata ricoverata all’istituto Spallanzani.
Ma, ora, a preoccupare gli esperti c’è anche la possibilità che il contagio del virus avvenga attraverso rapporti sessuali, e non solo attraverso puntura di zanzara. Per questo, il Cdc statunitense ha pubblicato una linea guida dedicata espressamente alle donne in gravidanza: il consiglio – rivolto alle donne i cui partner abbiano viaggiato nei paesi interessati – è quello di evitare rapporti sessuali o usare il preservativo fino alla nascita del bimbo.
Vista la crescita dell’allerta mondiale, intanto, l’Onu ha lanciato un appello per permettere alle donne di abortire e accedere ai servizi di salute pubblica per evitare le nascite in un momento come questo in cui la trasmissione del virus può essere così grave per i feti, dal momento che il rischio di microcefalia sembra infatti sempre più certo.
In Italia, intanto, è stato aumentato “il livello di controllo e di monitoraggio nel settore delle trasfusioni, come facciamo sempre nei casi in cui ci sono nuove epidemie con nuovi fattori di rischio” ha spiegato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, precisando che nel nostro paese esiste ”un sistema di allerta e sorveglianza che è già attivato”.
In particolare, il Centro Nazionale Sangue (Cns) prevede che per la donazione del sangue di persone che abbiano viaggiato nei Paesi in cui è presente il virus Zika, i soggetti interessati aspettino 28 giorni dal rientro.