A distanza di quasi un anno dalla decretata chiusura gli OPG sono ancora strutture attive in almeno 4 regioni. L’Ipasvi lancia l’allarme sicurezza

Stando alla relazione recentemente presentata in Parlamento rispetto al processo di superamento degli OPG sull’intero territorio nazionale risulta che quelli ancora aperti siano ben 4 mentre un altro si è limitato, dall’oggi al domani, a “trasformarsi” in REMS (Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza), con oltre duecento persone internate. La denuncia è del Comitato Stop OPG, che in questi giorni ha chiesto al Governo di nominare urgentemente un Commissario, che intervenga nelle Regioni inadempienti.

Gli OPG ancora aperti, rileva il Comitato, sono quelli di Reggio Emilia, Montelupo Fiorentino (Firenze), Aversa (Caserta) e Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), pur con un numero ridotto di persone internate mentre quello di Castiglione delle Stiviere (Mantova) avrebbe solo cambiato nome, “trasformandosi” istantaneamente da OPG a REMS (Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza), con oltre 200 internati.

Una situazione che continua a destare preoccupazione, tuttavia,  soprattutto tra il personale sanitario, infermieri in particolar modo come fatto sulle pagine di Responsabile civile da Francesco Balducci, coordinatore nazionale FSI-CNI (Federazione Sindacati Indipendenti – Coordinamento Nazionale Infermieri) .

E un grido d’allarme arriva oggi anche dall’Ipasvi: “I nostri professionisti – commenta Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione Ipasvi – sono di fatto mandati allo sbaraglio, senza formazione specifica né tutele contrattuali o di legge che prevedano misure preventive e cautelative del danno. Eppure su di loro, come sui medici al lavoro nelle Rems, ricade la massima parte del lavoro di assistenza. Ma ad esempio, in caso di pericolosità del paziente agitato in queste strutture che spesso ospitano criminali psichiatrici, i professionisti che ci lavorano non possono fare altro che chiamare la pubblica sicurezza che, al contrario delle guardie carcerarie, arriva armata, generando così un ulteriore elemento di rischio”

“In questo nuovo scenario, con il superamento degli Opg e l’attivazione delle Rems – spiega Gennaro Marino, infermiere che dal 1997 è in servizio presso l’Opg di Aversa ed è membro del gruppo di lavoro costituito dalla Federazione Ipasvi a ottobre 2015 per monitorare la governance clinica organizzativa di questi nuovi scenari per la professione Infermieristica – si riscontra una disomogeneità nella programmazione e organizzazione delle strutture, che a mio modo di vedere non è altro che il riflesso delle diverse organizzazioni sanitarie regionali presenti sul territorio nazionale”.
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“Le aziende sanitarie – aggiunge Marino – hanno reclutato nuovo personale (utilizzando diversi strumenti contrattuali), non tutte però hanno provveduto a formarlo (ma anche quello già in organico). Si tratta soprattutto di infermieri e altri operatori alla prima esperienza lavorativa e/o privi di esperienza in ambito psichiatrico e penitenziario. Infatti molte Regioni e aziende pur di rispettare la tempistica dettata dalle norme hanno disatteso quanto indicato dal decreto, che già prevedeva l’obbligo formativo da parte delle Asl con il supporto del ministero della Giustizia, per il personale dedicato per le Rems. Su questo aspetto, c’è da segnalare una carenza in genere – prosegue – in quanto la formazione di base per gli Infermieri non prevede moduli formativi per il nursing penitenziario e psichiatrico”.

“Si tenga presente – chiarisce Marino – che a differenza di altri servizi psichiatrici tipo gli Spdc (Servizi psichiatrici di diagnosi e cura), la presenza h24 del medico psichiatra non è prevista e in caso di emergenza l’infermiere dovrà attivare una procedura, come da regolamento interno della Rems, compresa quella di chiamare le forze dell’ordine competenti individuate dalla Prefettura, operazioni che allungano i tempi di intervento. Negli ex Opg c’era tutta l’area penitenziaria che si occupava della gestione giudiziaria e amministrativa del paziente/internato, oltre all’espletamento delle competenze della sfera custodiale e della sicurezza, che rappresentava una tutela per il personale sanitario”.

Per approfondimenti:
Relazione al Parlamento sul processo di superamento degli OPG

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