Nove mesi di reclusione ciascuno per i due gestori di un canile posto sotto sequestro nel 2012. Tra i reati contestati nell’ambito del processo, l’abbandono di animali e la tentata truffa

Nove mesi di reclusione, con sospensione della pena. E’ il verdetto emesso nei confronti dei gestori di un canile della provincia di Ancona, finiti a processo per uccisione e abbandono di animali.

La struttura, a cui si rivolgevano diversi Comuni del circondario, era stata posta sotto sequestro nell’autunno del 2012, a conclusione di un’indagine del Nucleo vigilanza zoofila del capoluogo marchigiano. Secondo le ipotesi accusatorie i cani erano lasciati a loro stessi e malnutriti.

Ai gestori veniva contestata anche la tentata truffa per aver simulato l’adozione di un cane da parte di una loro parente per ottenere dal comune un contributo di 500 euro. Il quadrupede non si sarebbe in realtà mai mosso dal canile.

Il Tribunale, ha dunque ritenuto di condannare gli imputati  stabilendo, peraltro, che dovranno risarcire due associazioni costituitesi parte civile nel procedimento, alle quali dovranno versare rispettivamente 2 mila euro e cinquemila euro.

Ai fini della sentenza, come riporta il Corriere Adriatico, sarebbero state decisive anche le testimonianze rese proprio dai volontari di una delle onlus, che frequentavano il canile per assistere gli animali. In base a quanto riferito, infatti, i box dove venivano tenuti i cani sarebbero stati in condizioni pessime, con escrementi ovunque. Gli animali sarebbero stati pieni di zecche e se si ammalavano non venivano curati. Denunciata, infine, anche la mancanza di acqua e di cibo nelle scodelle.

E’ stato invece assolto, nell’ambito dello stesso procedimento un veterinario dell’Azienda sanitaria unica regionale (Asur) delle Marche. Al professionista veniva contestato di non aver visitato in maniera adeguata un cane e di non aver prescritto le cure necessarie, determinando così l’aggravamento delle sue condizioni di salute, fino al sopraggiungere del decesso.

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