L’attività condotta dai carabinieri del Nucleo anti sofisticazioni per contrastare il fenomeno dell’abusivismo sanitario ha portato alla denuncia di sedicenti medici e odontoiatri che esercitavano la professione tra Firenze, Roma e Livorno

Prosegue il contrasto dei Carabinieri del NAS all’abusivismo sanitario. Nelle scorse ore i militari hanno condotto operazioni in Toscana e Lazio.

A Firenze è stato scoperto un cittadino italiano, ma residente in Svizzera, che esercitava abusivamente la professione medica presso un centro benessere e due distinti centri medici.

Gli accertamenti, svolti anche con perquisizioni domiciliari, hanno permesso di appurare che il sedicente professionista era in possesso dei titoli di osteopata, iridologo e naturopata conseguiti all’estero ma non riconosciuti dallo Stato italiano.

L’uomo esercitava abusivamente l’attività di medico con la complicità di altre 4 persone che procacciavano pazienti e concedevano i locali per lo svolgimento delle attività sanitarie.

Le indagini hanno accertato, inoltre, responsabilità professionali dell’osteopata circa lesioni personali procurate ad una paziente con problemi ortopedici.

I militari del nucleo di Roma hanno invece svolto indagini su uno studio dentistico della provincia denunciando il titolare alla Procura di Civitavecchia per esercizio abusivo della professione di odontoiatra, falso e sostituzione di persona.

L’indagato aveva falsamente attestato il titolo di laurea in odontoiatria e l’abilitazione all’esercizio della professione di odontoiatra nella compilazione della domanda di iscrizione all’albo dell’Ordine Provinciale dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Roma.

Il NAS di Livorno, infine, nel corso di un’ispezione presso un esercizio commerciale di Grosseto, ha accertato che una naturopata, priva dell’abilitazione medica, eseguiva anamnesi e auricoloterapia, prestazioni riservate al professionista medico.

La donna è stata deferita all’Autorità Giudiziaria. Nei guai anche la titolare dell’esercizio commerciale, indagata in concorso per lo stesso reato. L’immobile e alle attrezzature contenute sono stati posti sotto sequestro. 

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