Ad oggi i professionisti iscritti all’ Albo degli odontoiatri  con titolo di studio conseguito all’estero sono 61.593

Nel 2017, su 1335 nuovi iscritti all’ Albo degli odontoiatri, 531 avevano conseguito il titolo di studio all’estero. E’ quanto riportano i dati elaborati dal Ced della Federazione nazionale degli Ordini dei medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo).

Si tratta, quindi, di una percentuale vicina al 40%. Un dato che potrebbe essere in gran parte sintomo del fenomeno della ‘migrazione’ di studenti che decidono di frequentare all’estero la facoltà di Odontoiatria.

“Il fabbisogno di nuovi odontoiatri previsto per il 2024 – sottolinea il presidente della Commissione Albo Odontoiatri (Cao) della Fnomceo, Raffaele Iandolo  è di 1290”. Sulla base di questa stima è stato calcolato il numero di 1.096 accessi al Corso di Laurea per l’anno accademico 2018/2019.

“Supponiamo, per semplicità – prosegue Iandolo – che nel 2024 le 1096 matricole di quest’anno siano tutti laureate e si iscrivano agli Albi. Aggiungiamo ora 500 laureati all’estero che chiedono il riconoscimento dei titoli per iscriversi anche loro ai nostri Ordini. Ecco che avremmo sforato il fabbisogno di più di 300 professionisti”.

Il riconoscimento dei titoli avviene, per i paesi comunitari, ai sensi della Direttiva comunitaria 2005/36.

Il controllo sulla loro conformità viene sancito dalla Conferenza dei Servizi, composta dal MIUR, dal Ministero della Salute e dalla Fnomceo.

Un sanitario che desidera il riconoscimento del titolo deve inviare lo stesso tradotto in italiano – da un perito giurato o dall’Ambasciata – al ministero della Salute. Se ha già esercitato nel paese estero deve allegare anche un certificato di Good Standing. Se non si tratta di un connazionale occorre anche dimostrare di saper parlare l’italiano. La verifica spetta all’Ordine che può adempiere tramite colloquio oppure prove attitudinali”.

Diversa, invece, è la situazione se la laurea è stata conseguita in un paese extracomunitario.

Il controllo, in questo caso, è molto più incisivo e stringente. E’ prevista la presentazione di una documentazione analitica e la pratica può concludersi, oltre che con il diniego, anche con l’obbligo di fare un tirocinio presso una struttura pubblica oppure con il superamento di una prova attitudinale.

Quello di iscriversi in Università di altri paesi europei – evidenzia il Presidente Cao – sembra essere un trend in crescita. Alla base del fenomeno vi sarebbero varie motivazioni quali la volontà di aggirare i test di accesso o di fare un’esperienza all’estero. Ma anche la presenza di un’offerta formativa privata  più ampia rispetto all’Italia.

“Esistono persino degli accordi con università italiane che permettono di seguire, in sedi distaccate in Albania, attualmente paese extra UE, corsi di Università italiane. Qualsiasi ne sia la ragione – afferma Iandolo –  non possiamo non tener conto di questo fenomeno ai fini di una programmazione corretta ed efficace”.

Ad oggi sono 401.565 gli iscritti all’albo dei medici con laurea conseguita fuori dall’Italia. I professionisti iscritti all’Albo degli Odontoiatri con titolo di studio estero sono invece 61.593. In tutto, considerando anche i 27.750 che sono iscritti a entrambi gli Albi, si tratta di 435.408 medici.

 

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