La Procura apre un fascicolo per omicidio colposo, per ora contro ignoti. La paziente aveva atteso per dodici ore in Pronto soccorso per essere ricoverata, poi il trasferimento su un mezzo senza medico a bordo dove sarebbe stata colta dal malore fatale

Avrebbe trascorso dodici ore in Pronto soccorso. Poi mentre veniva trasferita presso un altro ospedale a bordo di un’ambulanza, è stata colta da infarto. Il fatto risale al 14 maggio e si è concluso tragicamente venerdì scorso, con il decesso della paziente dopo due settimane di coma.
Vittima della vicenda, una donna di 46 anni, sposata e con un figlio, che si era recata direttamente – senza passare dal proprio medico curante – presso il Policlinico di Tor Vergata a Roma per farsi visitare, in quanto preoccupata dal proprio stato di salute, caratterizzato da affanno e difficoltà respiratorie.
Passato il triage e  sottoposta alle prime cure del caso, la donna sarebbe rimasta in attesa per mezza giornata, finché a causa della mancanza di posti letto nel Reparto di pneumologia della struttura universitaria, ne sarebbe stato disposto il trasferimento presso il nosocomio di Grottaferrata. Durante il trasporto, tuttavia, la paziente avrebbe avuto un doppio arresto cardiaco, da cui non si è più ripresa.
E questo è uno dei nodi che dovrà sciogliere l’inchiesta avviata dalla Procura, che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, al momento contro ignoti. Sembra infatti, secondo le prime ricostruzioni riportate da vari media tra cui Repubblica, che l’ambulanza non avesse un medico a bordo. Solo quando la donna ha accusato il malore sarebbe stato chiamato il 118 e sarebbe accorsa un’ambulanza attrezzata dall’Ospedale di Frascati, dove la donna è giunta in condizioni gravissime, tanto da essere indotta in coma farmacologico.
Successivamente la signora è stata nuovamente portata a Tor Vergata, dove è deceduta il 26 maggio. Il Pm ha disposto il sequestro delle cartelle cliniche presenti in tutti e tre i nosocomi coinvolti nella vicenda. Gli inquirenti vogliono chiarire le cause del decesso e la presenza di eventuali responsabilità da parte del personale sanitario che l’ha avuta in cura, oltre che la dinamica del trasferimento. Le prime risposte sono attese dall’esame autoptico.

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