Al medico viene contestato di non aver somministrato alla mamma, portatrice di streptococco, un’adeguata terapia antibiotica e di aver ritardato il parto cesareo nonostante i segnali di sofferenza cardiaca del feto

Imprudenza, negligenza e imperizia. Con questa accuse formulate dal Pubblico ministero finisce sul banco degli imputati un ginecologo in servizio a inizio gennaio 2013 presso il Policlinico Casilino di Roma. L’uomo deve rispondere di omicidio colposo.

Il processo dovrà accertare se vi siano o meno responsabilità da parte del camice bianco per la morte di una neonata, deceduta appena un’ora e mezza dopo essere venuta alla luce. La cartella clinica parla di ‘asfissia perinatale’, ma secondo il consulente di parte dell’accusa, la piccola sarebbe morta per un’infezione da streptococco contratta nel grembo della madre e per le complicanze insorte durante il parto.

Al ginecologo viene contestato in particolare di non aver avviato precocemente, all’inizio della fase attiva del travaglio, una adeguata profilassi antibiotica secondo le linee guida consigliate dalla scienza medica . Secondo quanto si evince dal capo d’imputazione il medico avrebbe anzi interrotto la terapia prescritta dal collega che lo aveva preceduto. Inoltre, il ginecologo avrebbe ritardato il parto cesareo di almeno un’ora dal momento in cui si sono manifestati i primi segnali di sofferenza cardiaca del feto.

L’imputato si difende sostenendo che dalle cartelle cliniche della madre, una trentenne di origini rumene, non si evinceva la necessità di continuare la terapia antibiotica, in quanto le dosi già somministrate sembravano più che sufficienti. Secondo il medico poi, in quella fase non era possibile diagnosticare la stepsi fetale che la donna avrebbe trasmesso alla figlioletta. Quanto all’urgenza di praticare il taglio cesareo, il ginecologo sostiene che non vi erano segnali univoci di sofferenza della bambina.

Il medico ha anche voluto sottolineare la difficoltà del contesto in cui si è trovato a operare rimarcando la circostanza che quel giorno aveva ripreso servizio dopo un periodo di ferie natalizie e che ad attenderlo in reparto vie erano quasi quaranta pazienti ricoverati.

 

Hai avuto un problema analogo e ti serve una consulenza gratuita? scrivi a redazione@responsabilecivile.it o telefona al numero 3927945623

- Annuncio pubblicitario -

LASCIA UN COMMENTO O RACCONTACI LA TUA STORIA

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui