Aperta una duplice inchiesta – una della Regione Sicilia e una della Procura – per fare chiarezza sulla vicenda. Il bimbo, venuto alla luce con un cesareo d’urgenza, avrebbe avuto una gamba tumefatta

L’Assessorato alla Salute della Regione Sicilia ha avviato un’inchiesta per fare chiarezza sul decesso di un bimbo, nato mercoledì scorso all’ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca e morto due giorni dopo al San Giovanni di Dio di Agrigento. Le ispezioni riguarderanno – come annunciato dall’Ente – tutte le strutture sanitarie coinvolte nella vicenda.

In base a quanto ricostruito, la mamma, una donna di 33 anni, si era recata in ospedale alla rottura delle acque. Fino a quel momento la gravidanza non avrebbe presentato problemi. Dopi i primi esami eseguiti nella struttura sanitaria saccense, tuttavia, i medici avrebbero disposto un parto cesareo d’urgenza.

Una volta venuto alla luce, poi, al piccolo sarebbero stati riscontrati dei problemi: avrebbe avuto una gamba tumefatta.

Il piccolo paziente è stato quindi traferito all’Unità di terapia intensiva neonatale del nosocomio di Agrigento, dove però, a distanza di 48 ore, è sopraggiunto il decesso.

Sulla vicenda indaga parallelamente anche la Procura, che ha aperto un fascicolo contro ignoti dopo la denuncia presentata dai genitori. La polizia ha provveduto al sequestro della documentazione clinica, nonché della salma del neonato in attesa che la magistratura decida se sia necessario lo svolgimento dell’esame autoptico.

Gli obiettivi dell’inchiesta, per ora conoscitiva, riguardano – come riferisce la Repubblica – entrambe le strutture coinvolte.  Gli aspetti da chiarire sono diversi: dalla scelta di effettuare il cesareo anziché il parto naturale, alle cause del decesso. L’inchiesta dovrà inoltre spiegare  i motivi della tumefazione alla gamba del bimbo, nonché la sussistenza di eventuali responsabilità in capo al personale sanitario.

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