La magistratura del capoluogo salentino indaga sul decesso di un bimbo nato privo di vita a fine settembre, dopo che a inizio mese la mamma si era presentata in ospedale con perdite ematiche e contrazioni, venendo tuttavia rimandata a casa

La Procura di Lecce ha aperto un’inchiesta sul decesso di un bimbo nato privo di vita nel nosocomio del capoluogo salentino. Il Pubblico ministero titolare del fascicolo ha iscritto nel registro degli indagati, con l’ipotesi di reato di responsabilità colposa per morte in ambito sanitario, i nomi di due medici; un atto dovuto in vista dello svolgimento dell’esame autoptico, in programma nelle prossime ore e affidato a un collegio composto da un medico legale e da uno specialista in ostetricia.

In base a quanto riferisce il Corriere del Mezzogiorno, uno dei due camici bianchi sarebbe accusato di aver rimandato a casa la gestante, il 5 settembre, dopo che la donna si era presentata in Pronto soccorso con perdite di sangue e contrazioni. Nel mirino della magistratura anche la ginecologa di fiducia della donna, la quale, informata dell’accaduto, avrebbe rassicurato la paziente fissandole un appuntamento per la fine del mese.

Il 29 settembre, però, la mamma, 30enne residente in provincia, era tornata in ospedale a causa di altre forte contrazioni e il tracciato non aveva rilevato il battito cardiaco del feto; era quindi stata portata d’urgenza in sala parto, dove però il suo piccolo era venuto alla luce già morto.

Le indagini sono state avviate in seguito alla denuncia presentato dal marito della donna che chiede piena chiarezza sull’accaduto, in particolare in occasione del primo a accesso in pronto soccorso di inizio settembre. I periti dovranno fornire risposte in tal senso, oltre a valutare la sussistenza di eventuali responsabilità sanitarie nella drammatica vicenda.

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