Mentre il TAR di Bari boccia le dotazioni organiche stabilite per le Asl pugliesi la Federazione dei medici lancia la campagna Centenari per sensibilizzare i cittadini sulla carenza di medici

E’ intitolata Centenari la campagna di comunicazione lanciata da FNOMCeO per sensibilizzare l’opinione pubblica e sollecitare l’azione del Governo sul problema della carenza di medici.

Il visual, che ritrae due medici molto anziani, è accompagnato dalla headline: “Sanità Pubblica senza medici entro 10 anni. I medici vanno in pensione senza essere sostituiti. Chiediamo al Governo di agire subito”.

L’iniziativa della Federazione arriva alla vigilia della Commissione Salute della Conferenza Stato Regioni e all’indomani delle sentenze del TAR Bari sulle dotazioni organiche delle Asl pugliesi. Sentenze che bocciano le dotazioni stabilite dalla giunta Vendola tra il 2011 e 2012 in quanto non garantirebbero il numero minimo di medici necessari a coprire i Lea.

Il Giudice amministrativo ha chiarito che il vincolo finanziario “resta un mezzo, non certo il fine delle scelte politico-amministrative della Regione in materia sanitaria”.

La FNOMCeO, che ha espresso ‘amara soddisfazione’ per tali pronunce, ribadisce che la tutela del diritto alla salute dei cittadini si garantisce se il sistema sanitario persegue obiettivi di salute. Non se invece vengono perseguiti obiettivi di bilancio, “come purtroppo accaduto negli ultimi anni a causa di un modello aziendalista di gestione della Sanità”.

Un modello che, secondo la Federazione, ha portato ad avere sempre meno medici, sempre più anziani, sempre più ‘sfruttati’.

Sino ad arrivare, a breve, al collasso del sistema, che non sarà più in grado di garantire ai cittadini un’assistenza di qualità. “Mi ricordo di altri momenti della nostra storia in cui la magistratura ha dovuto svolgere funzioni di supplenza rispetto alla politica – ha commentato Filippo Anelli -. Quando questo accade, è sempre un brutto segnale: è il segnale di un sistema che non solo non funziona, ma che nemmeno è capace di riformarsi”.

“La sentenza – per il presidente FNOMCeO – non fa altro che certificare una verità che è sotto gli occhi di tutti: a livello nazionale c’è una drammatica carenza di personale medico che non riesce più a garantire la salute ai cittadini. E allora si può pensare di spostare il personale da una struttura ad un’altra, ma i numeri sono sempre quelli, indipendentemente dal modello di Sanità che si scelga di attuare. A meno che il modello cui punta la Regione Puglia, insieme a molte altre Regioni, sia una Sanità senza medici”.

“Di fronte a questo scenario – aggiunge – perdura il conflitto tra Stato e Regioni sulle priorità sulle quali investire i fondi vincolati agli obiettivi di piano: il Governo vorrebbe che i 40 milioni di euro disponibili fossero destinati all’aumento delle borse di studio per la formazione dei medici, per supplire alle carenze di medici di medicina generale, ma anche di specialisti che si prospettano nei prossimi anni. Le Regioni vorrebbero invece dirottare i fondi verso altre priorità e chiedono allo Stato di stanziare dotazioni finanziarie aggiuntive per le borse di studio. E chi fa le spese di questo braccio di ferro? I medici e i cittadini”.

 

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