Raggiunto un accordo stragiudiziale per chiudere il contenzioso con una paziente, costretta alla sedia a rotelle dopo essere stata operata alla testa
Costretta alla sedia a rotelle in modo definitivo dopo un intervento chirurgico alla testa. E’ quanto accaduto a una donna di 57 anni, residente in Toscana, operata a fine 2013 presso un centro di riferimento per la sua patologia.
La paziente aveva deciso di ricorrere al bisturi per migliorare le sue precarie condizioni di salute, ma avrebbe subito un aggravio di invalidità. Il tutto senza possibilità di riprendersi. Dalla vicenda, come riporta il Tirreno, scaturì una causa civile avviata nel 2015.
L’Azienda sanitaria, tuttavia, avrebbe deciso di chiudere il contenzioso con un accordo transattivo. Decisiva in tal senso la consulenza tecnica disposta dal Tribunale di Pisa, che avrebbe indotto l’Asl a rinunciare alla battaglia legale.
Il CTU avrebbe infatti riconosciuto un danno biologico differenziale legato all’intervento almeno pari al 35%.
La perizia non avrebbe trovato argomenti di contestazione neppure da parte del consulente dell’ospedale. Di qui la decisione della struttura di risolvere la questione in via stragiudiziale. Un modo per evitare di incorrere in una sentenza più pesante senza ammettere negligenze nelle condotte mediche.
L’accordo, sulla base di un calcolo tabellare, ammonterebbe, secondo quanto si legge sul quotidiano toscano, a circa 444mila euro. La cifra sarà destinata alla donna, ormai paralizzata, e a due parenti che la accudiscono da quando è immobilizzata sulla sedia a rotelle.
Il fascicolo, tuttavia, per obbligo di legge, sarà inviato alla Procura della Corte dei conti per la valutazione di eventuali danni erariali da colpa medica.
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