Decreto Rilancio, Nursing Up: per infermieri aspetti tutt’altro che positivi

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De Palma: al momento nel Decreto Rilancio non vediamo ancora nessuna valorizzazione fissa e ricorrente destinata alle nostre buste paga e nemmeno i tanto decantati “premi”

“Per la presa in carico precoce dei pazienti affetti da COVID-19 e per garantire il massimo livello di assistenza ai pazienti fragili, la cui condizione risulta aggravata dall’emergenza in corso, il fondo di cui all’articolo 46 dell’Accordo collettivo nazionale 23 marzo 2005 e successive modificazioni e integrazioni per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale è complessivamente incrementato nell’anno 2020 dell’importo di 10 milioni di euro per la retribuzione dell’indennità di personale infermieristico di cui all’articolo 59, comma 1, lettera b), del medesimo Accordo collettivo nazionale. A tal fine è autorizzata l’ulteriore spesa di 10 milioni di euro a valere sul finanziamento sanitario corrente stabilito per l’anno 2020”. E’ quanto dispone il primo articolo del cosiddetto Decreto Rilancio varato dal Governo, recante dispisizioni urgenti in materia di assistenza territoriale.

“Appena abbiamo sentito parlare di tale indennizzo, ovviamente, ci siamo precipitati – sottolinea il presidente del Nursing Up, Antonio De Palma – a verificare quella che credevamo fosse la tanto attesa indennità che chiediamo da tempo per gli infermieri, fissa e ricorrente sul nostro stipendio. Ma siamo rimasti davvero basiti, quando abbiamo letto che quei 10 milioni di euro sarebbero stati erogati con riferimento all’ art.  59, comma 1, lettera b), del contratto dei Medici”.

“E la nostra sorpresa – prosegue – è aumentata ancora di più quando abbiamo letto che il trattamento economico dei medici convenzionati per l’assistenza primaria, si articola in: a) quota capitaria per assistito ponderata, per quanto stabilito dall’art. 8, negoziata a livello nazionale; b) quota variabile finalizzata al raggiungimento di obiettivi e di standard erogativi e organizzativi previsti dalla programmazione regionale e/o aziendale, compresi la medicina associata, l’indennità di collaborazione informatica, l’indennità di collaboratore di studio medico e l’indennità di personale infermieristico”.

“Altro che indennità per gli infermieri – afferma il presidente Nursing Up – con questo passaggio del DL Rilancio, il Governo ha trovato un modo per aumentare gli stipendi dei medici di base, destinando 10 milioni in più al loro fondo contrattuale, per rimpinguare “la quota variabile del loro trattamento economico”, a titolo di “indennità di personale infermieristico”.

Insomma, in questo modo pensiamo che si vogliano sostenere tali professionisti al momento in cui dovranno pagare i compensi degli infermieri impiegati presso i loro studi professionali. “A questo punto – prosegue De Palma – noi ci chiediamo: quanti sono in italia i medici di medicina generale che impiegano infermieri professionisti nei loro studi?”

“Ci risulta solo eccezioni, peraltro davvero rare. Ergo, questi 10 milioni di indennità di personale infermieristico rappresentano solo una forma di ulteriore compenso per i medici di medicina generale, e nulla ahimè hanno a che vedere con gli stipendi degli infermieri. Quei soldi noi non li vedremo mai signori miei!”

“Buon per loro – sottolinea ancora il rappresentante del Sindacato – ma non si giochi sulle parole e non si dica che tale indennizzo andrà nelle tasche degli infermieri”.

“Certo è che stiamo approfondendo ora per ora i contenuti di questo decreto fiume, per verificare quale trattamento avranno riservato al personale infermieristico e a quello delle altre professioni sanitarie. Al momento una cosa ci sembra di poterla dire con sicurezza: non vediamo ancora nessuna valorizzazione fissa e ricorrente destinata alle nostre buste paga e nemmeno i tanto decantati “premi”. Ne riparleremo ad approfondimento avvenuto – conclude – ma le prospettive continuano ad essere desolanti”.  

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