Il camice bianco, in servizio presso una struttura di Eboli, è indagato per omicidio volontario. Secondo gli inquirenti avrebbe somministrato una dose letale di medicinale a un 28enne in fase terminale

Avrebbe somministrato una dose letale di un medicinale per uccidere un malato terminale. Il tutto all’insaputa della famiglia del giovane. È l’accusa mossa dalla Procura della Repubblica di Salerno nei confronti di un dirigente medico in servizio presso l’unità operativa di Medicina del dolore e cure palliative di una struttura sanitaria di Eboli. Il professionista è stato sottoposto alla misura della detenzione domiciliare.

Secondo gli inquirenti, il camice bianco avrebbe somministrato a un 28enne malato di cancro, una massiccia dose di Midazolam per porre volontariamente fine alla sua vita. La sostanza, peraltro, sarebbe stata illecitamente sottratta dalla farmacia ospedaliera. L’esame autoptico avrebbe riscontrato che quei 60 milligrammi di medicinale avrebbero potuto uccidere anche una persona completamente sana.

La giovane vittima, secondo quanto riporta Repubblica, era stata ricoverata presso un ospedale di Firenze. Al peggiorare delle sue condizioni di salute, tuttavia, aveva espressamente richiesto di poter tornare a casa a Battipaglia. Il suo desiderio era di poter trascorrere i suoi ultimi giorni insieme alla famiglia. Il ragazzo avrebbe anche espresso la volontà di accedere alla cura del dolore. Ma l’intervento del medico indagato avrebbe anticipato tale terapia.

Il decesso, in un primo momento, era stato attribuito a cause naturali.

La verità è emersa grazie ad alcune intercettazioni telefoniche e ambientali disposte dai Nas. Le attività del distretto 64 di Eboli, infatti, erano già da tempo nel mirino dei militari. Ciò a causa di alcune segnalazioni giunte dall’Asl di Salerno in merito alla sparizione continua di numerosi medicinali e prodotti sanitari dalla farmacia ospedaliera.

Il reato contestato al dottore è quello di omicidio volontario. Per gli inquirenti, infatti, l’indagato “sapeva benissimo quello che faceva” nel somministrare la dose letale. Inoltre, il procuratore di Salerno ha chiarito che non si può parlare di eutanasia in quanto la famiglia non avrebbe mai chiesto questo tipo di trattamento.

L’inchiesta vede indagati altri 10 soggetti, accusati, a vario titolo, di truffa ai danni del Ssn, peculato, falso e cessione di farmaci a effetto stupefacente. Si tratta, nello specifico, di 3 dirigenti medici, 3 infermieri professionali, 3 operatrici addette all’assistenza dei pazienti e un agente tecnico. Sono tutti in servizio presso la stessa struttura e presso l’unità operativa di medicina legale del Distretto sanitario 64 di Eboli. Nei loro confronti i Nas hanno emesso provvedimenti consistenti nell’interdizione dall’attività professionale per 12 mesi.

Tra le attività illecite poste in essere dai sanitari rientrerebbero visite domiciliari non svolte ma comunque registrate, anche tramite la contraffazione delle firme dei pazienti. E ancora cartellini di servizio timbrati senza prosecuzione della giornata di lavoro e sottrazione di medicinali, anche a uso stupefacente, utilizzati per la loro attività privatistica.

 

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