Soddisfatta la Fimmg, che aveva sottolineato il rischio rimborsabilità di oltre 1.500 medicinali

L’Agenzia italiana del Farmaco ha revocato la determina 458 del 31 marzo 2016 dal titolo ‘Equivalenza terapeutica fra medicinali contenenti differenti principi attivi’. Il provvedimento, con cui venivano definiti i criteri da utilizzare per stabilire l’equivalenza terapeutica ai fini dell’acquisto dei farmaci in concorrenza, era stato inizialmente sospeso e ora viene definitivamente archiviato. L’Aifa sottolinea, infatti, l’opportunità  di “provvedere ad una ridefinizione della procedura di applicazione rendendola conforme, mediante la definizione di criteri quanto più possibili oggettivi, anche in relazione alle nuove norme introdotte dalla legge di bilancio 2017”.

La determina aveva suscitato numerose polemiche. A schierarsi contro era stata in particolar modo la Fimmg, che aveva evidenziato il rischio rimborsabilità di circa 1.500 medicinali, in maggior parte prodotti innovativi e per malati cronici, a dispensazione ospedaliera, distribuzione diretta o ‘per conto’, ossia acquistati a prezzi scontati dalle Asl e distribuiti poi in farmacia. Oggi la Federazione italiana medici di medicina generale plaude alla revoca del provvedimento. “L’Agenzia ha accolto la richiesta della Fimmg – sottolinea il segretario nazionale Silvestro Scotti – ora, però, è necessario un rapido coinvolgimento della medicina generale sui piani terapeutici attivando un Tavolo di confronto”.

Per Scotti non è possibile rinviare ancora e complicare l’accesso alle cure dei pazienti su percorsi di apparente autorizzazione specialistica che, di fatto, sviliscono la figura fiduciaria del medico di famiglia trasformandolo di fatto in un semplice trascrittore. Un recentissimo studio di Cittadinanzattiva-Tribunale del Malato ha rilevato segnalazioni di cittadini sul ‘rifiuto di prescrizione’ da parte dei medici di famiglia. “E’ evidente – aggiunge il vertice Fimmg – che note e decreti, aumentati a dismisura nell’ultimo anno , introducendo limitazioni alla prescrizione di farmaci ed esami diagnostici, hanno condizionato spesso il medico di famiglia nella sua attività prescrittiva, alimentando spesso il contenzioso con i propri pazienti. Per il Segretario nazionale è necessario un cambio di rotta. “Bisogna ridare fiducia e autonomia al medico della persona – conclude Scotti –  riaffidandogli la libertà di prescrizione almeno di tutti i farmaci necessari a curare le patologie a più alta diffusione nella popolazione generale (cardiopatie, vasculopatie cerebrali, diabete, osteoporosi, bronchiti croniche)”.

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