Fari puntati sull’intervento ablativo per il trattamento della fibrillazione atriale senza esposizione radiologica, ultima novità sviluppata all’Ospedale Molinette

Seicento partecipanti tra medici ed operatori, più di cento relatori e un programma che prevede l’approfondimento di innumerevoli temi. Prendono il via domani a Torino le XXVIII Giornate Cardiologiche Torinesi – “Advances in Cardiac Arrhythmias and Great innovations in Cardiology”, un appuntamento internazionale che porterà sotto la Mole esperti da tutto il mondo per parlare della salute del cuore: dalla prevenzione alla morte improvvisa negli atleti, dai rischi dell’obesità alle importanti novità per il trattamento delle aritmie.

L’evento, in programma fino a sabato 15 ottobre presso il Centro Congressi Unione Industriale, è organizzato e diretto da Fiorenzo Gaita, Direttore della Cardiologia universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, e Sebastiano Marra, Direttore del Dipartimento Cardiovascolare del Maria Pia Hospital di Torino.

Occhi puntati sull’ultimo successo raggiunto dalle Molinette, dove si esegue per la prima volta in Italia l’intervento ablativo per il trattamento della fibrillazione atriale senza esposizione radiologica. Si tratta di un traguardo importantissimo per una tecnica diffusasi nel resto del mondo solo da un decennio, ma nata e sperimentata in Piemonte con importanti riconoscimenti dalle società cardiologiche europea e americana. Ad oggi si eseguono nel mondo più di un milione d’interventi di questo tipo, 2mila all’anno solo in Piemonte.

“L’intervento ablativo, che prima richiedeva, oltre a mani espertissime, un’esposizione radiologica di 15 minuti – spiega il professor Fiorenzo Gaita – oggi alle Molinette si effettua introducendo dei cateteri all’interno del cuore ed abbattendo per il paziente i tempi di radiazione (nei grandi centri specialistici americani ed europei, attualmente, il tempo medio è di circa 18 minuti)”.

L’appuntamento torinese sarà inoltre un importante momento di confronto sul tema della prevenzione con la presentazione dei risultati dello studio condotto su una vasta porzione di popolazione (10.129 pazienti in Piemonte) inerenti le abitudini alimentari e comportamentali, oltre ai classici fattori di rischio quali diabete, ipertensione, fumo e ipercolesterolemia. Qualche dato: Tra gli over 50, il 50-60% soffre d’ipertensione; la sedentarietà mostra livelli elevati con una tendenza alla crescita tra i 50 e 60 anni, per poi a diminuire (invecchiando matura la consapevolezza che bisogna muoversi di più); i trentenni hanno scarsa consapevolezza dei problemi legati al colesterolo alto, mentre tra i 70-80enni solo un 15% non ne conosce i rischi; i fumatori sotto i trent’anni sono circa il 35% tra gli uomini e il 28% tra le donne mentre dopo i 70 anni i numeri si abbassano all’11% tra gli uomini e al 7% tra le donne.

“La prevenzione in ambito cardiovascolare – afferma Sebastiano Marra – salva più vite rispetto alle migliori terapie attualmente disponibili oltre a ridurre l’impatto della malattia sulla società e sulla qualità di vita dei pazienti. Le cure, quando salvano la vita, purtroppo non scongiurano la possibilità di riportare dei danni fisici e psichici, con ricadute sulla capacità lavorativa e su tutti gli altri aspetti dell’esistenza. Statisticamente, in base a dati raccolti negli ultimi vent’anni, una buona prevenzione in ambito cardiovascolare incide dal 45 al 60%, la riduzione della mortalità con le migliori terapie si assesta tra il 40-45%”.

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