Falsi incidenti stradali per frodare le assicurazioni: quattro arresti

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falsi incidenti stradali

L’organizzazione era finalizzata all’organizzazione di falsi incidenti stradali per i quali venivano richiesti importanti risarcimenti

I Carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria della Procura di Catania hanno eseguito quattro misure di custodia, una in carcere e tre ai domiciliari, nell’ambito di un’inchiesta su falsi incidenti stradali, denominata “Fake crash”.

Tra loro un 56enne che era il presunto promotore delle truffe, una donna di 46 anni considerata l’organizzatrice dei sinistri, nonché un medico legale e un avvocato. Disposta la sospensione di sei mesi dalla professione forense anche per un altro professionista. I militari, inoltre, hanno notificato un avviso di conclusione indagini della Procura per 36 persone.

I destinatari dei provvedimenti cautelari emessi dal Gip sono accusati di “avere costituito una associazione per delinquere, di fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona e di falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità”.

L’organizzazione era finalizzata all’organizzazione di falsi sinistri stradali per i quali venivano richiesti importanti risarcimenti alle assicurazioni interessate per, poi, dividere i soldi incassati.

Le indagini – che si sono avvalse di intercettazione, servizi dinamici e da acquisizioni documentali – sono  iniziate nel giugno del 2017 e si sono concluse nel gennaio 2019. L’attività investigativa ha permesso di accertare 18 finti sinistri, tra Catania e Misterbianco. Il modus operandi, ricostruito dagli inquirenti, “consisteva sia nel creare ad arte documentazione sanitaria e dichiarativa falsa o alterata, sia nell’indottrinare falsi testimoni che avrebbero dovuto fornire formali dichiarazioni agli agenti accertatori delle varie compagnie di assicurazione”.

Il gruppo si avvaleva della cooperazione di molti altri complici i quali, di volta in volta, gli procacciavano o suggerivano i sinistri che, poi, venivano contraffatti nell’istruttoria o simulati del tutto. Il danno patrimoniale accertato ammonta a circa 100mila euro.
  

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