Fine del lockdown, psichiatri: attenzione a sviluppo di disturbi mentali

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fine del lockdown

La paura del ritorno alla normalità dopo la fine del lockdown è una reazione del tutto comune e normale, ma se il disagio si protrae per più di tre settimane aumenta il rischio di psicopatologie e disturbi dell’adattamento

Ansia e frustrazione. E’ la reazione di molte persone alla fine del lockdown e all’ipotesi di ritorno alla normalità; sentimenti diffusi anche tra coloro che non siano stati infettati, non abbiano subito lutti o non siano stati coinvolti in prima linea.

La cosiddetta “sindrome della capanna”, secondo le stime della Società Italiana di Psichiatria (SIP), colpisce oltre un milione di italiani aumentando, negli individui predisposti, il rischio di sviluppare psicopatologie e disturbi dell’adattamento.

“Stiamo percependo – dichiarano Massimo di Giannantonio ed Enrico Zanalda, presidenti SIP – un numero enorme di persone in difficoltà per la paura di affrontare la vita precedente, uscire di nuovo e lasciare la casa che è diventata un rifugio che li ha protetti e tenuti al sicuro dal coronavirus”.

“Dopo due mesi di quarantena – precisano – una quota consistente di popolazione, che prima non aveva disturbi, vive l’agognata possibilità di un ritorno alla parvenza di normalità con l’ansia di riprendere i ritmi precedenti e la paura di non adattarsi ai nuovi”.

Per gli esperti si tratta, in realtà, di una reazione del tutto normale e comune anche per le persone più equilibrate psichicamente, conseguente all’eccezionalità della situazione, come già avvenuto dopo il crollo delle Torri Gemelle.

Tuttavia, se il disagio si protrae per più di tre settimane ed è acuito dall’incertezza verso il futuro, dalla preoccupazione per la situazione economica e per la precarietà del lavoro, in un caso su tre aumenta il rischio di sviluppare nel tempo veri e propri disturbi mentali, come la depressione maggiore, gli attacchi di panico e disturbi dell’adattamento.

“È importante dunque affrontare le proprie paure – concludono di Giannantonio e Zanalda – e, se necessario, rivolgersi allo specialista se ansia, frustrazione, insonnia e irascibilità non sono temporanee. Si tratta di disturbi noti per i quali esistono trattamenti concreti e di comprovata efficacia che possono migliorare la qualità di vita, la forza di ripresa e la capacità di tornare a scommettere su sé stessi”.

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