Già lo scorso giugno il presidente nazionale della Società italiana sistema 118 aveva sferrato un duro attacco contro il Numero Unico per le Emergenze.

Tutti contro il Numero Unico per le Emergenze: e si parla già di flop del 112. Le ragioni, secondo diverse sigle sindacali – tra infermieri, polizia e vigili del fuoco – sono numerose.

Frequenti e intollerabili problemi tecnici, attese lunghissime e moltissime chiamate perse concorrono a creare quello che da più parti è stato considerato un sistema fallimentare.

“La tecnologia all’avanguardia del numero unico di emergenza è soltanto sbandierata”, affermano i sindacati.

E non è tutto.

Secondo gli operatori impegnati nei soccorsi, da quando il NUE è stato istituito, vivono un continuo disagio fatto di caos e perdite di tempo assolutamente evitabili.

I dati del flop del 112

Da gennaio 2018 ai primi giorni di luglio, le chiamate al 112 sono circa 6 milioni, con una media di circa 900.000 chiamate al mese.

Ma, come denunciano i sindacalisti, circa il 53,63% delle richieste non verrebbe inoltrato ai soccorsi.

Eppure il sistema era stato concepito per essere più efficiente. Il numero unico prevede infatti che gli operatori coinvolti nella gestione delle richieste di intervento, ovvero carabinieri, polizia, vigili urbani, 118 e vigili del fuoco, siano tutti interconnessi ad una rete virtuale che consente l’interscambio di informazioni.

Tuttavia, se ora si parla di flop del 112 è proprio perché il sistema sta rivelando parecchie lacune. Problemi tecnici e attese interminabili, ma soprattutto la difficoltà di localizzare le richieste d’aiuto a causa delle difficoltà di accesso a internet delle centrali operative.

Senza contare il problema delle chiamate perse, che sono numerosissime.

Lo scorso giugno anche il presidente nazionale della Società italiana sistema 118, Mario Balzanelli, aveva sferrato un duro attacco al Numero Unico per le Emergenze.

“L’Europa non ci ha chiesto di sostituire il numero di emergenza 118 con il 112, ma di affiancarlo. – affermava Balzanelli – Invece l’Italia ha istituito il Nue e nello smistamento delle telefonate si perde tempo prezioso nel soccorso salva-vita”.

Una situazione grave che rende la gestione delle emergenze assai complessa.

“Ricordo che in caso di arresto cardiaco improvviso per ogni minuto che passa si perdono mediamente il 10% di possibilità di ripristino della circolazione spontanea”, aveva ricordato Balzanelli.

Resta ora da capire se la protesta congiunta dei sindacati degli infermieri, della polizia e dei vigili del fuoco resterà inascoltata, o se invece si prenderanno provvedimenti quanto prima.

 

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1 commento

  1. I sindacati si lamentano perché il NUE filtra le chiamate non di emergenza quali richieste informazioni, scherzi, errori, utenti seriali e altra roba inutile?
    Attese interminabili? Alcune centrali NUE hanno tempi di risposta intorno ai 3/5 secondi (Roma intorno ai 10/15), neanche il tempo che passa tra uno squillo e l’altro, mentre i tempi di sgancio verso i PSAP2 sono molte volte parecchio dilatati.
    Le chiamate perse non esistevano prima dell’introduzione del Numero Unico? Adesso ogni chiamata è registrata e se la conversazione dura anche solo un secondo gli operatori della CUR riescono a ricontattare subito l’utente, la condizione è ovviamente che la chiamata venga “presa”.
    I sindacati cercano di spostare l’attenzione su cose che non esistono per nascondere le nefandezze che conosco bene.

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