Sviluppato presso L’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano un test molecolare sul sangue efficace nel predire il rischio di carcinoma polmonare, che potrebbe consentire di definire programmi di prevenzione personalizzata e integrata con la diagnosi precoce

Tac spirale toracica a basso dosaggio di radiazioni (LDCT) e test microRNA sul sangue: sono i due esami che, in combinazione, rappresentano lo strumento diagnostico innovativo che può per la prima volta cambiare il destino di forti fumatori e soggetti ad alto rischio di sviluppo del carcinoma polmonare. A evidenziarlo sono i dati dello studio bioMILD condotto dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (INT) e sostenuto da Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro. Risultati che, per la prima volta, aprono la strada a programmi di diagnosi precoce non uguali per tutti, bensì strutturati ad hoc e personalizzati secondo le caratteristiche di ciascun soggetto. 

“Lo studio bioMILD – sottolinea Giovanni Apolone, Direttore Scientifico dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – ci permette di costituire le basi per l’avvio di programmi di controllo mirati per la diagnosi precoce del tumore al polmone e rappresenta una svolta che apre la strada a una metodologia di screening avanzato per i forti fumatori non ancora prevista”.

Il lavoro – spiega una nota dell’Istituto – è stato condotto su circa 4.000 persone, arruolate all’inizio del 2013. Il 70% dei partecipanti era costituito da forti fumatori – cioè consumatori in media di un pacchetto di sigarette al giorno (20 sigarette) per 30 anni – con un’età superiore ai 55 anni, il restante 30% comprendeva volontari nella fascia d’età 50-55 anni, fumatori di 30 sigarette al giorno, sempre da almeno 30 anni. Tutti sono stati sottoposti alla combinazione LDCT-test miRNA, quest’ultimo eseguito attraverso il semplice prelievo di un campione di sangue. I miRNA sono piccolissime molecole, molto specifiche, che vengono rilasciate precocemente dall’organo aggredito dalla malattia e dal sistema immunitario.  

Il test miRNA è stato scoperto e sviluppato presso l’Istituto Nazionale dei Tumori ed è la prima volta che un test molecolare sul sangue si rivela efficace nello screening, predicendo il rischio di malattia. Proprio grazie a questo test sarà possibile in futuro definire un programma di prevenzione personalizzata e integrata con la diagnosi precoce.

“La nostra ipotesi di partenza – spiega Ugo Pastorino, Direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Toracica di INT e tra gli autori dello studio – era che il rischio di ammalarsi per i forti fumatori non fosse omogeneo, cioè il medesimo per tutti. I risultati ci hanno dato ragione perché sulla base degli esiti della TAC e del test miRNA siamo stati in grado per la prima volta di profilare il rischio di malattia e di definire che, a parità di esposizione, il rischio biologico è diverso”.

I risultati sono stati significativi: il 58% dei partecipanti è risultato negativo a entrambi i controlli ed è stato classificato a rischio basso di tumore del polmone, mentre il 37% è risultato positivo a uno dei due esami (rischio medio) e il restante 5% ha avuto entrambi i valori positivi con un rischio molto più alto di ammalarsi.
 
“I vantaggi che otteniamo sono diversi – continua Pastorino – innanzitutto, in base alla fascia di rischio viene messo a punto un programma di prevenzione personalizzato, che parte naturalmente dalla disassuefazione dal fumo. Inoltre, è possibile ridurre il numero di TAC di controllo, dal momento che chi è a rischio basso viene rivisto a distanza di tre anni. Infine, ultimo ma non meno importante, è possibile stabilire chi non necessita di cure immediate ma solo di un controllo annuale, e questo ci permette di evitare interventi che sarebbero inutili, a tutto vantaggio del paziente”. 

Il primo passo è quindi smettere di fumare: è stato infatti accertato che con la disassuefazione dal fumo si può ottenere una riduzione fino al 50% della mortalità per tumore del polmone. “I risultati degli studi MILD e bioMILD – conclude Pastorino – sono la base scientifica del programma SMILE, appena iniziato in Istituto, che per la prima volta combina screening e prevenzione in uno studio prospettico randomizzato. È l’unico in Italia che permette l’adozione di una serie di interventi in contemporanea alla cessazione del fumo. Prevede infatti la combinazione di cardioaspirina e citisina che, insieme ad attività fisica e corretta alimentazione, permettono di abbattere i valori della proteina C-reattiva nel sangue, un importante marcatore dell’infiammazione cronica associata a un alto rischio di mortalità per il tumore al polmone”.

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