Sulla scorta del decreto Minniti, arriva un importante giro di vite sulla prostituzione con denunce ai clienti e sequestro delle loro auto

Giro di vite sulla prostituzione in Toscana. Con il decreto Minniti sulle “Disposizioni urgenti per la tutela della sicurezza delle città”, convertito in legge ad aprile, i sindaci possono emettere ordinanze in nome del decoro urbano. Iniziativa che ha preso piede con forza in Toscana.

Ha iniziato Firenze, con le denunce dei clienti delle prostitute in strada, scelta che il sindaco Nardella ha auspicato potesse diffondersi ad altri Comuni.

Adesso è la volta di Prato dove, grazie al giro di vite sulla prostituzione, tre uomini sorpresi a contrattare i prezzi delle prestazioni con le squillo hanno subito il sequestro delle loro auto.
Nella cittadina toscana, infatti, è in vigore uno specifico articolo del Regolamento di polizia urbana.
Quest’ultimo prevede una sanzione pecuniaria sia per chi offre le prestazioni sessuali a pagamento, ma anche e soprattutto per chi le contratta in luoghi pubblici con chi che esercita l’attività di prostituzione.
E non è tutto.

Consentire la salita sulla propria auto a persone che si prostituiscono, fa scattare una sanzione di 400 euro. Oltre, naturalmente, al sequestro cautelare del veicolo ai fini della confisca.

In virtù di tale norma, i sigilli sono stati messi a tre veicoli dal Nucleo sicurezza urbana della polizia municipale di Prato.
Come rilevato dalla forze dell’ordine, infatti, i tre uomini stavano concordando prestazioni sessuali a pagamento con prostitute e transessuali in città. Nello specifico, in piazza della Stazione, via De Gasperi e Borgo Valsugana.
La mattina dopo, tutti gli interessati si sono precipitati al Comando dopo aver pagato la sanzione per rientrare in possesso dell’auto.
I tre hanno anche dovuto pagare ulteriori spese di rimozione e custodia, probabilmente anche al fine di evitare la procedura di notifica alla residenza e quindi la pubblicità dell’evento.
 
 
 
 
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