Confermata l’applicazione dell’aggravante prevista dall’art. 625, primo comma, n. 6, cod. pen. all’ipotesi di furto di un marsupio sottratto alla vittima mentre viaggiava in treno: legittima l’equiparazione alla sottrazione di bagaglio
La vicenda
In primo grado, il Tribunale di Teramo aveva dichiarato l’imputato responsabile del reato di cui agli artt. 624, 625, primo comma, n. 6, cod. pen. per essersi impossessato del marsupio sottraendolo alla persona offesa mentre viaggiava in treno e, pertanto, lo aveva condannato alla pena di giustizia.
La Corte d’Appello di L’Aquila confermava l’applicazione della sola circostanza aggravante di cui all’art. 625, primo comma, n. 6, cod. pen. (“se il fatto è commesso sul bagaglio dei viaggiatori in ogni specie di veicoli, nelle stazioni, negli scali o banchine, negli alberghi o in altri esercizi ove si somministrano cibi o bevande”) e non già quella della destrezza, avendo il giudice di primo grado correttamente qualificato il marsupio sottratto alla vittima alla stregua di un “bagaglio”, posto che proprio come quest’ultimo, il marsupio non si “indossa”, ma “si porta con sé”.
La sentenza è stata impugnata con ricorso per Cassazione. A detta della difesa il giudice dell’appello avrebbe dovuto escludere l’applicazione di tale circostanza aggravante.
Ma la Quinta Sezione Penale della Cassazione (sentenza n. 48069/2019) ha rigettato il ricorso perché infondato, confermando in via definitiva la sentenza di condanna.
Legittima l’interpretazione della Corte d’Appello. Infatti, secondo il consolidato orientamento giurisprudenziale, ai fini dell’applicabilità della circostanza aggravante in esame per “bagaglio del viaggiatore” deve intendersi tutto ciò che questi porta con sé, senza custodirlo sulla propria persona, quale una borsa che – come il marsupio della persona offesa nel caso di specie (che può essere portato con sé in più modi) – contenga documenti o valori.
La redazione giuridica
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